da Roma
Lo show di Beppe Grillo e Luigi De Magistris a Strasburgo provoca la reazione di Clemente Mastella. Che si sente diffamato e annuncia iniziative giudiziarie contro «gli attacchi gratuiti e inaccettabili» del comico genovese, precisando che il risarcimento dei danni richiesto andrà alle vittime delle mafie.
Anche per il pm di Catanzaro ci potrebbero essere conseguenze. Il Csm, che a metà dicembre deve decidere sul trasferimento cautelare chiesto dal ministro della Giustizia con lapertura di un procedimento disciplinare, sta valutando se la prima commissione dovrà occuparsi delle ultime dichiarazioni di De Magistris, soprattutto contro lavocazione che gli ha tolto linchiesta Why not sul presunto comitato di affari per i fondi Ue, in cui sono indagati sia Mastella che il premier Romano Prodi. E contro la stessa magistratura, che con il governo-Prodi «si è andata troppo a sedere nelle stanze del potere».
Dicono che il guardasigilli sia andato su tutte le furie, sentendo che Grillo non solo diceva che dare i fondi europei allItalia è «come darli a Bokassa» e che i giudici italiani quando intervengono «vengono bloccati dal governo e dai partiti», ma soprattutto per la frase: «La magistratura è stata fermata dalla politica. Una volta, nel 1992, con Falcone e Borsellino si usava il tritolo. Oggi interviene direttamente il ministro della Giustizia». A Mastella, che da quando è arrivato a via Arenula ha sempre cercato di presentarsi come lanti Castelli, quello che ricuciva i rapporti con le toghe, devessere sembrato davvero troppo.
Intanto, linchiesta Why not, che non è andata davanti al Tribunale dei ministri, continua a Catanzaro come a Roma. E nella capitale ieri è stata ascoltata una delle testimoni centrali, Caterina Merante, lex direttrice generale della società interinale associata alla Compagnia delle opere, che si chiama appunto Why not.
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