"Siamo una super squadra, ruberemo ascolti a Radio Maria"

Il comico di "Parla con me" scherza sulla guerra di viale Mazzini: "Lo scippo a Mannoni? È spezzino come me, la soddisfazione è stata doppia". E spiega: "Siamo sommersi di lettere di chi ci chiede di anticipare l’orario della trasmissione"

da Roma

Quando è successo il cataclisma a Raitre, Dario Vergassola era in Spagna. Ecco perché l’uomo di punta del programma della Dandini esordisce scherzando: «Io non ho partecipato a nessun complotto, ho l’alibi. Ha pensato a tutto Serena, eh, eh...». Ma se uno vuole farsi un’idea di come sarà la nuova striscia di informazione di Raitre, lui che si autodefinisce «il capocomico», e il «capobanda» del programma, è l’uomo più indicato per capire i segreti della cucina.
Dario, qual è la ricetta segreta del «vergassolismo»?
«La comicità da bar. Io mi servo in certi bar dove c’è gente che in quanto a intelligenza, mi serve di scarpe, mocassini e stivali. Se riesci a strappare una risata lì vai forte dovunque. Figuriamoci in tivvù!».
Lei nel programma è l’uomo delle interviste.
«La mia massima soddisfazione è mantenere il ritmo e il tempo. La Tv oggi è velocità».
Ovvero?
«Quando riesco a piazzare una battuta sull’ospite e subito dopo una controbattuta, non importa quale, purché sia efficace, io mi sento in paradiso».
Esempio?
«Stavo intervistando Cordova, l’ex calciatore della Roma. Mi dice che sta con la Laurito. E io: “Be’, si dice che i calciatori vanno con le veline, tu che fai, vai con il gabibbo?”».
Mi immagino la gioia della Laurito...
«Mannòòòòh... noi non ce l’abbiamo con nessuno. Noi non facciamo prigionieri, ma solo per ridere».
Dopo Travaglio ci sarà un caso Vergassola, allora.
«Figurarsi. Il nostro unico obiettivo è riderci sopra. Di tutti, noi compresi».
Volete far concorrenza al pubblico giovane di Italia uno?
«Guarda, anche a quello di Radiomaria, se è per questo».
Un altro classico vergassoliano?
«Stavo intervistando Valeria Marini. Per prenderla in giro le ho chiesto: “Come mai ci ha tenuto nascosto che sa cantare, ballare, recitare?”».
E lei?
«Non ha capito la presa in giro. E ha iniziato sparata: “Se non l’ho fatto vedere è perché...” Oh! Ha parlato 20 minuti! Eravamo piegati in due dalle risate».
Morale?
«La comicità involontaria è comicità pura».
E con i politici?
«Intervistando Bertinotti dissi: “Sono comunista anch’io. Da quando sono bambino provo a mangiarmi da solo!”».
Ora i politici dovrete intervistarli tutte le sere.
«Mamma mia, quattro giorni a settimana a Roma. Devo trovarmi subito un’amante in città!».
Sua moglie sarà contenta di leggere questa intervista.
«Ma valà! Siamo sposati da 15 anni, porto pure lei».
Non mi ha ancora detto la formula segreta del programma.
«Satira, cazzeggio spinto, domande, domande, domande. E molte battute».
Chi sarà il suo modello?
«Il Mago Forrest».
Quello di Italia uno?
«Sì. Sono un suo adoratore, ha un tocco zeligghiano sublime».
Nel senso di Zelig il programma di cabaret?
«Certo. Noi, con il rinforzo della Cortellesi e di Riondino mettiamo su una super squadra».
E del fatto che avete «scippato» il palinsesto al Tg3 che dici?
«Siccome Mannoni è spezzino, come me, la soddisfazione è stata doppia. Oòòòh, scherzo!».
Nel senso?
«A dire la verità, io fino a oggi non sapevo nemmeno a che ora andavamo in onda noi.

Però eravamo sommersi di lettere di persone che ci chiedevano di vederci prima».
Scherzavi anche su Primo piano?
«Certo che sì. Anzi, era un programma molto serio, pacato, si riuscivano a far capire sempre. Il che non è mica facile, parlando di politica».

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