Siracusa - Folle per gelosia. Per fare a pezzi il cadavere
della compagna appena uccisa ha utilizzato un flex, una sega
elettrica in genere utilizzata per tagliare materiali duri come
il marmo. È uno degli agghiaccianti particolari emersi questa
mattina dalla ricostruzione fatta dagli investigatori sull’
uccisione di Francesca Ferraguto da parte del fidanzato
Gianfranco Bari, operaio trentacinquenne sottoposto a fermo dopo
la sua confessione.
Le indagini sono condotte dai carabinieri della compagnia di
Augusta, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica
di Siracusa Manuela Cavallo.
Bari ha detto di ricordare solo di aver picchiato la donna,
che sarebbe caduta a terra battendo violentemente la testa e
morendo.
Fatta a pezzi e messa nei sacchi Dopo avrebbe utilizzato uno dei suoi attrezzi di lavoro
per tagliare in più parti il corpo, chiuderlo in sacchi di
plastica da rifiuti e quindi gettarli in una profonda buca che
aveva scavato in un terreno vicino all’abitazione rurale dei
suoi genitori, dove i resti sono stati trovati ieri sera dopo
che Bari, messo alle strette, aveva confessato.
Ad Augusta si attende l’arrivo dei carabinieri del Ris di
Messina che dovranno effettuare i rilievi sia nell’abitazione di
via Lavaggi, nel centro della città, dove si è verificato il
litigio mortale e dove si suppone che sia anche avvenuta l’
operazione di sezionamento del cadavere, sia sul luogo del
ritrovamento del corpo.
L'alibi degli sms L’uomo
costruisce il suo alibi così: telefona dal suo cellulare a
quello di Francesca lasciandole messaggi in segreteria
telefonica e invitandola a ritornare. Nei giorni successivi,
utilizzando il telefono cellulare della compagna che aveva con
sè, invia alcuni sms sia al proprio telefonino che a quello
della madre, e anche ad un sottufficiale dei carabinieri, suo
conoscente, che si stava occupando delle ricerche della ragazza.
Nel testo dei messaggini Bari, fingendosi Francesca, scrive
di essersi allontanata da casa perchè vuol stare sola. I
messaggi giungono da parti diverse del territorio, avvalorando
per gli investigatori - che avevano messo l’utenza sotto
controllo - l’ipotesi di un allontanamento volontario.
Lo snodo delle indagini La svolta nelle indagini sull’
omicidio di Francesca Ferraguto avviene quando l’assassino,
Gianfranco Bari, commette l’unico errore di questa vicenda: una
sola volta pone la sim card della ragazza nel suo telefono
personale per leggere alcuni messaggi. In quel momento gli
investigatori hanno la certezza che l’uomo ha anche il telefono
(trovato ieri sera nell’abitazione rurale dei genitori del
fermato) e la sua sim.
Nel tentativo di depistare gli investigatori, Bari inserisce
la sim del telefono di Francesca in un altro suo vecchio
apparecchio telefonico: sale su un treno diretto a Milano ma
prima che il convoglio si muova nasconde il cellulare acceso
nell’imbottitura di un sedile e scende. Il telefono di Francesca
parte da solo per Milano per poi tornare, alcuni giorni dopo,
ormai spento, ad Augusta.
"Chi l'ha visto" I carabinieri presidiano le stazioni di Catania e Augusta ma
in quel treno, dove Francesca non è mai salita non c’è
ovviamente traccia della ragazza. Questi spostamenti virtuali di
Francesca lungo l’Italia trovano eco, hanno spiegato gli
investigatori, anche nella trasmissione di Rai 3 "Chi l’ha
visto", che si occupa del caso in più di un’occasione. Diverse
le segnalazioni di persone che affermano di aver visto e anche
parlato con Francesca. Tutto questo sembra dare credito all’
alibi di Bari.
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