«Sicurezza rafforzata: il rischio attentati c’è»

«Sì, abbiamo innalzato il livello di guardia, perché negarlo? Senza fasciarci la testa, naturalmente. Ma il sistema di vigilanza sui cosiddetti obiettivi sensibili è stato rafforzato sin dal primo momento critico del pre-conflitto, cioè da sabato».
Si misura con un conflitto internazionale dalle conseguenze imprevedibili Alessandro Marangoni, dal 1º novembre questore di Milano. Una posizione prestigiosa ma anche complicata la sua, insieme a quella del prefetto Gian Valerio Lombardi, massime autorità provinciali di pubblica sicurezza. Entrambi, in questi giorni, hanno presenziato, insieme alle massime cariche dell’Arma e dei carabinieri, delle Fiamme Gialle e della polizia municipale, a tavoli e riunioni interminabili per programmare le direttive giunte da Roma. Senza annunci o proclami, sono state messe a punto una serie di misure per proteggere ancora più la città e chi la abita. A nessuno, infatti, è sfuggito il funesto annuncio del colonnello Gheddafi. Che nei giorni scorsi, senza preamboli, ha tuonato: «Bombarderò il Mediterraneo». Una frase che, visto il personaggio, potrebbe voler dire tutto e niente, ma che comunque non può essere sottovalutata. Anche perché, nel frattempo, la guerra in Libia è cominciata.
In cosa consiste esattamente signor questore questo rafforzamento delle misure di sicurezza?
«Non posso parlarne nei dettagli. Non si aspetterà che le faccia la lista degli obiettivi sensibili...Che, tra l’altro, conoscete tutti».
Allora facciamo che ci dice quello che può.
«Come saprete, nei giorni scorsi, in seguito al comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza tenutosi venerdì al Viminale sulla situazione internazionale in rapporto alle vicende della Libia, il capo della polizia Antonio Manganelli, su indicazione del ministro dell’interno Roberto Maroni, ha inviato una circolare per allertare prefetti e questori affinché innalzino il livello di sicurezza».
E voi?
«Ci siamo riuniti immediatamente. C’è grande sinergia a Milano, tutte le forze presenti collaborano in grande sintonia e con enorme professionalità. Il pericolo c’è, non si discute e l’allerta è più che giustificata. Questa è una città con più di un obiettivo che può risultare sensibili...».
Ce ne dica almeno qualcuno.
«Preferirei di no. L’attenzione è focalizzata su tutte le occasioni e i momenti di aggregazione».
Il Viminale, comunque, si aspetta soprattutto delle azioni di ritorsione da un personaggio come Gheddafi...
«Questo io non saprei dirlo davvero.

Noi ci siamo organizzati seguendo le direttive ricevute e attivando dei sistemi che conosciamo e che funzionano. Tutto quello che si poteva fare in una simile situazione è stato fatto. Nei prossimi giorni vedremo il da farsi».

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