La tanto contestata riforma Moratti ha unorigine svizzera. O, se non tutta, almeno una parte. È il capitolo sullistruzione e la formazione professionale a trarre ispirazione dal sistema ticinese.
Dal 2006-2007 i ragazzi italiani potranno scegliere tra percorsi triennali e quadriennali: una parte dell'apprendimento si svolgerà in contesti di lavoro attraverso stage e tirocini. Una modalità che ricalca il modello «duale» svizzero: formazione a scuola e in azienda, un abbinamento conosciuto principalmente nei Paesi germanofoni, ma che si sta diffondendo in tutta Europa. E per stare al passo coi tempi, lItalia è andata a guardare in casa del vicino per capire come riformare la formazione professionale.
La commissione d'esperti che ha preparato la riforma ha preso contatto più volte con il dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport del Canton Ticino. A Roma è stata spedita parecchia documentazione. Linvio del dossier sul sistema scolastico ticinese è stato seguito da un incontro nel Centro scolastico per le industrie artistiche a Lugano, dove è stata illustrata ai commissari la formazione professionale svizzera.
«Il cosiddetto sistema duale dice Gabriele Gendotti, ministro ticinese dellEducazione - abbina la formazione pratica in unazienda privata alla formazione teorica impartita in una scuola pubblica. Lo schema classico è di un giorno, un giorno e mezzo, al massimo due giorni di scuola, con un insegnamento di cultura generale e di conoscenze tecnica, e il resto in azienda con anche corsi interaziendali».
E la formula ticinese ha avuto particolare successo in Svizzera. Nel Paese sono 26 i sistemi scolastici, tanti quanti i Cantoni. Nel Sud della Svizzera ci sono scuole professionali ben distribuite sul territorio, che offrono la possibilità di apprendere più di 100 professioni in un territorio ristretto, un fazzoletto di terra in cui vivono poco più di 300mila abitanti.
«Il Ticino ha costruito un sistema fra i più avanzati della Svizzera dice Gendotti -.
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