L’ultimo delirio woke: i pompieri “sono troppo bianchi e troppo maschi”

Mancanza di inclusione tra i vigili del fuoco: servirebbero più donne e più esponenti delle minoranze etniche. Con buona pace delle competenze

L’ultimo delirio woke: i pompieri “sono troppo bianchi e troppo maschi”
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Si salvi chi può: ora nel mirino della religione woke ci finiscono pure i pompieri. Tutto è possibile in Gran Bretagna, tra le roccaforti della cultura del risveglio: il National Fire Chiefs Council, l’ente associativo dei dirigenti vigili del fuoco, ha commissionato un report a una società di consulenza e le conclusioni sono a dir poco allarmanti: nel servizio antincendio britannico ci sono “troppi bianchi e troppi maschi”. In altri termini, il settore è “razzista, misogino e omofobo”. Con buona pace delle competenze.

Come riportato dal Telegraph, il rapporto spiega che non c’è abbastanza diversità tra i pompieri in Gran Bretagna poiché la percentuale di donne e minoranze etniche è inferiore alla media. La società specializzata in DEI (diversità, uguaglianza e inclusione) che s’è occupata della relazione ha spiegato che tra i vigili del fuoco, al marzo del 2024, c’era il 9,3 per cento di donne e il 5,4 per cento di minoranze etniche. Numeri troppo bassi secondo gli esperti, considerando che il 51 per cento della popolazione britannica è composto da donne, mentre la quota di minoranze etniche si attesta al 18,3 per cento.

"L'immagine comune di un vigile del fuoco è, per la maggior parte, quella di un maschio bianco eterosessuale che si presenta a bordo di un'autopompa per combattere gli incendi... La diversità del servizio deve riflettere molto di più le comunità che serve e l'ampia gamma di servizi che offre” si legge nell’incredibile report. Il documento ha scatenato – comprensibilmente – le polemiche. Interpellato dal quotidiano britannico, l’ex membro del consiglio esecutivo del Fire Brigades Union (FBU) Paul Embery ha spiegato senza mezzi termini che i capi dei pompieri dovrebbero concentrarsi sullo spegnimento dei roghi anziché “manipolare la demografia della forza lavoro”.

Ma c’è anche un altro passaggio destinato a gettare benzina sul fuoco. Secondo gli autori del report, l’inclusione è importante quanto la competenza. "I programmi di leadership devono concentrarsi tanto sull'inclusione quanto sulla competenza operativa e strategica" per la precisione. Il problema è che il National Fire Chiefs Council sembra intenzionato a seguire certe indicazioni.

“I nostri sforzi per migliorare la cultura e l'inclusione devono essere costantemente integrati in tutto ciò che facciamo” le parole del presidente Mark Hardingham: "Riconosciamo la dedizione di coloro che guidano un cambiamento positivo nei servizi antincendio e di soccorso, ma riconosciamo anche che l'inclusione non è ancora percepita da tutti e il cambiamento non sempre avviene in modo sufficientemente rapido o coerente".

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