Sono a rischio gli investimenti nella ricerca di nuovi farmaci

La ricerca scientifica come volano per lo sviluppo economico. Questo il tema del convegno «Bioeconomy Rome», promosso dal Consorzio Cnccs, esempio di alleanza pubblico-privato. Il comparto farmaceutico continua ad investire in ricerca e innovazione. «L’healthcare ha dimostrato la sua capacità nel promuovere lo sviluppo economico e la crescita», afferma Bruno Strigini, presidente Europa/Canada Global Human Health di Merck, relatore al convegno romano. «È un settore che va guardato più come un investimento che come un costo. I medicinali apportano un valore straordinario per i sistemi sanitari e l’innovazione farmaceutica è uno dei fattori chiave che ha permesso un aumento dell’aspettativa di vita. Nell’ambito delle biotecnologie abbiamo creato di recente una partnership con Ark (start-up finlandese), con la quale lavoreremo su una nuova terapia genica contro il cancro e una collaborazione con Bgi, società cinese leader mondiale nel sequenziamento dei geni. In Italia, nei mesi scorsi è stato invece siglato un accordo con Idi Farmaceutici che consentirà preziose sinergie in ricerca e sviluppo. Siamo pronti a collaborare con i Governi, ma abbiamo bisogno che supportino le partnerships pubblico-privato per poter investire in alcuni campi della medicina, come quello dei farmaci orfani, utilizzati per il trattamento di patologie rare». La multinazionale americana, considerata di recente da Forbes miglior azienda di tutti i tempi per il contributo al progresso scientifico (con 56 molecole approvate), a livello globale ha in pipeline oltre 40 molecole in fase II e III che coprono una vasta gamma di malattie e altre 6 nuove per il trattamento dell’aterosclerosi, diabete di tipo 2, prevenzione dell’herpes zoster, psoriasi, epatite C e malattia di Alzheimer. In Italia le sperimentazioni cliniche in corso sono oltre cento con 630 centri coinvolti e più di 6mila i pazienti reclutati. Nel 2010 l’azienda ha investito 8,2 miliardi di dollari che si confermano anche nel 2011.
L’investimento per la ricerca di nuovi farmaci è un processo complesso, rischioso e lungo.

«Negli ultimi due anni, fra tagli di prezzo e sconti, la nostra industria ha già contribuito per più di 7 miliardi di euro di risparmi, nei cinque Paesi europei più colpiti dalla crisi finanziaria».Gli investimenti nella ricerca sono a rischio.

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