da Roma
Uno sguardo alla lista dei convocati per la partita con la Reggina, poi una smorfia: «Questa lista è la sintesi del nostro momento: recuperiamo giocatori, ne perdiamo altri, qualcuno sente ancora dolore e bisogna aspettare un po, qualcun altro ha bisogno di giocare».
Ecco perché il credo di Luciano Spalletti è diventato: vivere alla giornata. «Io non fisso obiettivi e non prometto niente a nessuno», precisa. Piedi per terra, dunque, e soprattutto nessuna intenzione di mollare: «Le dimissioni non le do: io qui sto benissimo, tanto che sto per comprare casa», la rivelazione del tecnico che sgombra il campo da un divorzio improvviso paventato dopo la serataccia di Champions. A fine stagione si vedrà. «Difficile prevedere se ci sarò ancora io, il ruolo dellallenatore è delicato, dipende da molte situazioni, non solo dalla mia volontà».
Da più parti si vocifera comunque di un rapporto sfaldato con la squadra. «A me pare sia sempre lo stesso - spiega il tecnico - ma siccome questo concetto viene toccato spesso ultimamente, può darsi che qualcuno sappia delle cose e se ce le dice ci dà un vantaggio». Per ora comunque il matrimonio va avanti e si cerca di uscire da quella che molti definiscono una vera e propria crisi. «So che nel calcio ogni tanto qualcosa si inceppa e so anche che da questi momenti se ne esce. La situazione si aggrava quando non fai risultati e quindi perdi certezze. Ma sappiamo bene cosa dobbiamo fare per uscirne». Intanto la conferma del ritiro anticipato («la macchina non è a regime e rimanere a Trigoria è nellaccordo con i calciatori»). Poi più professionalità e impegno negli allenamenti e in partita, cose richieste dalla presidentessa Sensi nel duro rimprovero alla squadra martedì sera.
Ma stasera Spalletti dovrà ancora fare i conti con acciaccati e assenti.
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