La sparata di Penati spacca la sinistra

«Non capisco che trovate di appassionante in ’sto polverone della Falce e martello gettata alle ortiche da Filippo Penati. Il presidente guarda avanti e parla a un mondo che non gli è vicino». Sintesi efficace che Franco Mirabelli, consigliere regionale Pd, confida sull’ennesimo strappo dell’inquilino di Palazzo Isimbardi rispetto alla sinistra radicale della sua maggioranza. Che altrimenti si può così riassumere: da parte di Penati sostenere «alle elezioni non accetterei alcuna lista che abbia falce e martello nel simbolo» è solo una manovra di facciata.
Valutazione che, guarda guarda, conferma pure Nello Patta, capogruppo provinciale del Prc: «Penati ha precisato che “il ragionamento sul simbolo della falce e il martello non riguarda la maggioranza in Provincia” e questo non può che farci piacere». In controtendenza con le parole di Nichi Vendola, governatore pugliese di Prc che ha commentato l’attacco di Penati giudicandolo «un atteggiamento pretestuoso, non è un modo corretto di rispettare gli alleati». Traduzione: nonostante la spaccatura non si apre la crisi e tutti insieme si arriva a fine mandato. Questo, tanto per essere chiari, significa che Penati taglierà il traguardo dei cinque anni di governo della sinistra di via Vivaio con «assessorati chiave come Scuola e Lavoro, sempre in mano a esponenti comunisti e presiedendo una giunta affatto allergica a falce e martello» osserva Bruno Dapei, capogruppo provinciale di Forza Italia. Annotazione che An tramite Giovanni De Nicola fa seguire da un commento sul «maldestro tentativo del presidente di ripulirsi dai comunisti per acchiappare voti»: «Se fosse coerente non dovrebbe far altro che governare senza i comunisti invece di continuare ad andare a braccetto con la rappresentanza del pensiero no global e arcobaleno».
Virgolettato che Luca Guerra, capogruppo dei Comunisti italiani, spera però venga presto smentito: «Voglio vedere fin dove Penati spinge il suo gioco. Lo voglio in aula a spiegare pubblicamente che non ci vuole più in maggioranza».

E per farlo i Comunisti italiani sono pronti a firmare la mozione di sfiducia al presidente che la Lega presenterà al prossimo consiglio provinciale. Appuntamento a martedì, dopo il vertice di maggioranza di oggi dove Penati tenterà di non rompere con i «suoi» comunisti.

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