Il mondo della musica piange la scomparsa della “Regina del rock and roll”, Tina Turner. Dodici album in 40 anni di carriera con oltre 200 milioni di dischi venduti in tutto il mondo per la cantante afroamericana che, negli anni 2000 prende la cittadinanza svizzera.
La difficile infanzia di Tina Turner
Tina Turner, pseudonimo di Anna Mae Bullock, nasce nel 1939 a Nutbush, un piccolo paese dello Stato del Tennessee dove trascorre un’infanzia alquanto difficile. Canta nel coro della chiesa battista dei nonni già all’età di dieci anni, ma cambia spesso città. “Ho passato la vita a farmi strada in una tempesta di karma negativo. Come ci si sentiva a essere una figlia indesiderata?”, dirà una volta raggiunta la notorietà. Nel ’56, infatti, i suoi genitori si separano, suo padre si risposa e si trasferisce a Detroit. Qui la piccola Tina assiste al suo omicidio per mano dell’amante e, poi, per un periodo va a vivere dalla nonna e infine con la madre a Saint Louis, in Missouri.
La tormentata relazione con Ike Turner
Ed è in questo periodo che partorisce il suo primogenito Craig Raymond, nato dopo un rapporto avuto con il sassofonista Raymond Hill e che, in seguito, sarà adottato dal suo futuro marito, il musicista Ike Turner col quale intraprende una relazione a dir poco tormentata. I due si sposano due anni dopo e Tina prende il suo cognome, ma il loro matrimonio viene invalidato dal momento che Ike non aveva ottenuto il divorzio dalla sua prima moglie. Dalla loro unione nel 1960 nasce Ronnie Turner, ma, se da un punto di vista professionale la coppia ottiene alcuni successi professionali come A fool in love (1960) e Proud Mary (1971), dal punto di vista sentimentale la loro relazione è un fallimento. Ike, alcolizzato e drogato, picchia Tina e la tradisce sistematicamente. “Ike aveva sempre una strategia. Arrivò a registrare il marchio Tina Turner, in modo che appartenesse a lui e non a me”, racconterà nella sua seconda autobiografia. E ancora:“Ike era il peggior nemico di sé stesso. Da ragazzo aveva visto il padre morire di una morte lenta e dolorosa. Picchiato da alcuni bianchi perché si era messo a fare il cretino con una donna bianca”. Nel 1978 i due musicisti divorziano e la Turner decide di iniziare una carriera da solista.“Allora la violenza domestica non era un problema sentito come oggi. Avevo scoperto che un po’ di trucco, un bel sorriso e qualche passo di danza provocante potevano distrarre il pubblico dalle mie ferite”, dirà parlando dei pestaggi e delle angherie subite dal marito.
Anni '80, Tina Turner diventa una star internazionale
Una volta scappata da Ike, la Turner, dopo aver collezionato una serie di fiaschi, conosce Roger Davies che diventa il suo manager e la convince a trasferirsi a Los Angeles dove la sua carriera prende una svolta inaspettata. Canta nei principali locali della città diventando la ‘regina del soul degli anni ’80. Nel 1983 esce la cover di Let’s Stay Together di Al Green che la riporta in cima alle hit-parade e l’anno successivo raggiunge il successo con l’album Private Dancer che vende più di 20 milioni di copie in tutto il mondo. Grazie all’amico David Bowie, ottiene un contratto con la casa discografica Capitol e arrivano nuovi trionfi come la partecipazione nel 1985 all’evento Usa for Africa che coinvolge tutte le star dell’epoca.
Nel 1989 pubblica Foreign Affair, disco che contiene la famosissima The Best. Nel corso della sua carriera Tina Turner ha collaborato con star del calibro di Eric Clapton, Elton John, Rod Stewart, Bryan Adams e Mark Knopfler. Nelle sale cinematografiche buca lo schermo recitando come l'Acid Queendi Tommy e la Aunty Entitydi Mad Max, film nel quale canta anche il brano We Don't Need Another Hero. La quarantenne Tina fa sold out a tutti i concerti con la sua voce calda e rude, ma allo stesso tempo anche delicata, laddove necessario. Il mullet, le parrucche, il suo look aggressivo e provocante sono gli ingredienti di tanto successo. Nel 1986 il suo nome compare nella Hollywood Walk of Fame.
Gli anni '90-2000: gli altri successi e il ritiro dalle scene
Negli anni ’90 e 2000 Tina continua a mietere successi. Nel ’91 pubblica la sua prima autobiografia che, due anni dopo, diventa un film diretto da Brian Gibson dal titolo Tina - What's Love Got to Do with It per il quale lei scrive la colonna sonora omonima. Nel ’95, invece, canta GoldenEye, colonna sonora del diciassettesimo film di James Bond, scritta da Bono.“Dopo la registrazione Bono si complimentò per come avevo cantato e mi disse: avrei dovuto saperlo, la tua voce equivale a uno strumento”, dirà Tina Turner. Duetta, poi, con gli artisti più famosi al mondo, compreso Eros Ramazzotti per il brano Cose della vita (1998) ed Elisa per Teach Me Again del 2006. La cantante, all’epoca, però, aveva già abbandonato le scene nel 2000, dopo l’uscita del suo ultimo album inedito Twenty four seven. Tornerà ad esibirsi dal vivo solo nel 2008 per il Tina!: 50th Anniversary Tour. “Ho faticato per tutta la vita. Nessuno mi ha mai regalato niente. Dopo tanti anni di duro lavoro, e dopo tante sofferenze, francamente non vedevo l’ora di vivere quel momento, con mio marito Erwin (Bach), di potermi svegliare ogni mattina con tranquillità, senza pensieri, bisogni o progetti”, spiegherà la Turner, parlando della sua vita da “pensionata” che trascorre in Svizzera insieme a Erwin Bach, dirigente tedesco della Emi, più giovane di lei di 16 anni che sposa solo nel 2013, dopo una trentina d’anni passati a vivere da ‘fidanzati’. “Avevo 73 anni e stavo per diventare una sposa, per la prima volta. Esatto, per la prima volta. Mi chiamo Tina Turner, e sono stata sposata con Ike Turner, ma non sono mai stata una sposa vera e propria”, racconterà. Sempre nel 2013 riceve la cittadinanza svizzera e rinuncerà a quella statunitense.
I problemi di salute di Tina Turner
Gli ultimi anni della vita di Tina Turner, però, sono contraddistinti da vari problemi di salute molto seri che la provano terribilmente. Tre mesi dopo il suo matrimonio viene colpita da un infarto che le impedisce temporaneamente di camminare. “Un fulmine mi aveva colpito la testa e la gamba destra - o almeno così mi sembrava - e avevo una strana sensazione alla bocca, che mi impediva di chiedere aiuto a Erwin”, racconterà. Nel 2016, invece, un’insufficienza renale sembra portarla dritta alla dialisi e lei inizia a pensare al suicidio assistito. Nel 2017 viene salvata dal trapianto del rene che le viene donato dal marito Bach, ma anche la fede nel buddismo le è di grande conforto. “Non mi piace separare la mia vita da cantante rock dalla mia vita spirituale. La preghiera è sempre stata con me. Rossetto rosso e minigonna mi sono stati utili per costruirmi un personaggio. Credo di aver fatto un buon lavoro come “cantante rock”.
Ma questo non sarebbe stato possibile senza il mio lato spirituale”, rivelerà la Turner la cui vita viene sconvolta di nuovo il 4 luglio del 2018 quando il suo primogenito Craig Raymond Turner si suicida. “La gente pensa che la mia vita sia stata dura, ma penso che sia stato un viaggio meraviglioso. Più invecchi, più ti rendi conto che non è quello che è successo che conta, ma è come lo affronti”, dichiara in un’intervista rilasciata in quello stesso anno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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