Da Andy Warhol a Schnabel una icona anche per l'arte

Il celebre sodalizio con la Factory newyorchese fu solo l'inizio di una carriera trasversale nel mondo delle gallerie, dell'avanguardia e del cinema impegnato

Brian Eno ha giustamente osservato che chiunque abbia ascoltato The Velvet Underground and Nico ha avuto voglia di formare una propria rockband. Disco leggendario, quello uscito nel 1967, perché prodotto e illustrato da un artista visivo: con l'invenzione della banana gialla su fondo bianco Andy Warhol mette la sua firma sulla storia della musica, dopo aver scoperto in un fumoso club di New York la voce di Lou Reed e il basso di John Cale. Addirittura, si può affermare che l'accezione contemporanea dell'art-rock, ovvero di un suono che aspiri a qualcosa di più del semplice intrattenimento, cominci proprio qui. Nonostante lo scontro tra due personalità molto forti -Lou non vide mai troppo di buon occhio l'inserimento imposto da Andy di Nico nei Velvet- tra di loro i rapporti sono continuati negli anni.

Altra testimonianza del feeling creativo è il film, che ha lo stesso titolo dell'album, in cui Warhol documenta con una telecamera fissa il live dei Velvet, prima dell'interruzione del concerto da parte della polizia. Quindi l'Exploding Plastic Inevitable, vera e propria performance multimediale, anello di congiunzione tra le azioni in galleria e i concerti rock, uno show psichedelico che sfocia in un moto d'isteria collettiva, dove alienazione, illegalità e paranoia sono elevati al rango di arte. Quando Warhol muore, nel 1987, i due vecchi compari Reed e Cale si riuniscono in un disco di straordinaria bellezza, Songs for Drella, epitaffio per il loro maestro. Senza il creatore di Walk on the Wild Side non ci sarebbe mai stata quella deriva artistica e culturalmente ambiziosa del r'n'r che si è poi dipanata nell'estetica di diverse band newyorkesi, a cominciare dai Sonic Youth. Proprio per questo Lou Reed è stato l'icona alternativa per eccellenza, letteralmente adorato dal mondo dell'arte che ha frequentato soprattutto negli ultimi decenni, da quando è stato sposato con Laurie Anderson, performer e artista concettuale, anche lei tentata dal pop in più di un'occasione. Ma già Salvador Dalì adorava questa creatura notturna e maudit, fin dagli anni Settanta quando aveva intrapreso la carriera solista.

Pur non inseguendo la pittura, come Bob Dylan, ha avuto per un certo periodo la tentazione di realizzare lui stesso qualche opera d'arte, e così si è dato alla fotografia interpretando lo Skyline di Manhattan con lunghe inquadrature orizzontali.
Il pittore e regista Julian Schnabel, invece, ha realizzato le scenografie per il venticinquesimo anniversario di Berlin, ulteriore trasformazione genetica di un concerto rock in uno spettacolo ambizioso e complesso.
Il maggior ritrattista d'America, Timothy Greenfield-Sanders che ha immortalato artisti e politici, attori hollywoodiani e grandi musicisti, gli ha dedicato un intenso portfolio dove appare il volto segnato da un'esistenza vissuta davvero al limite.

E su di lui ha pure diretto una docu-fiction, Rock and Roll Heart, premiata in diversi festival di cinema: da una parte il monumento a chi apparteneva a un'altra era geologica della musica, dall'altra un concentrato di vitalismo creativo, lo stesso che ha inseguito il grande Lou fino alla fine.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica