Non gli è proprio andata giù. E' un Crozza avvelenato quello che fa capolino dalla copertina di Ballarò. I 25 milioni di euro, 480 mila a puntata, che non rimpolperanno le tasche del comico genovese non sono peanuts. Non lo sono per lui, ma non lo sono neppure per le tasse della televisione pubblica. A far scoppiare il bubbone svelando la prebenda faraonica sono stati l'articolo del Giornale in cui si denunciava il compenso choc e le parole di Renato Brunetta, da tempo impegnato in una crociata per la trasparenza (e i tagli agli sprechi) di viale Mazzini. Un emolumento monstre che doveva rimanere nascosto tra le righe di uno dei tanti contratti milionari distribuiti da mamma Rai e chiusi in qualche cassetto. Una volta uscita allo scoperto la cifra il tavolo della trattativa è saltato. Così, puntuale come lo stipendio che avrebbe dovuto ricevere, è arrivata la replica di Crozza. Mascherato da Brunetta il comico ha inscenato un siparietto al vetriolo, ironizzando sulla puntigliosità dell'economista veneziano: "Quanto costa Ballarò? Quanto guadagna Floris? Che fine fanno i piatti che cucinano alla prova del cuoco? Quanto guadagna Brunetta?". Innervosito per i mancati 25 milioni e indispettito per le critiche ricevute, Crozza, dismessi i panni di Brunetta, passa direttamente alla "nobile" difesa del suo cachet. "Giusto controllare i costi dei programmi Rai - attacca il comico -, ma controllerei anche i ricavi. Non è che se un salumiere spende dei soldi per comprare un maiale, poi si affeziona al maiale e se lo tiene. Il maiale è un investimento. Ci fa i salami e li vende e ci guadagna.
Io potevo essere il maiale di Raiuno. Nel dubbio di non essere un investimento per lo stato mi sono fatto da parte. Siamo sicuri che Brunetta sia un investimento per lo Stato?". La battaglia delle buste paga è solo all'inizio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.