Dante Alighieri, parlandone da vivo, era uno che odiava essere tirato per la veste, strattonato per l'usbergo da cavaliere «feditore» della battaglia di Campaldino. Tanto che nella feroce disfida tra Bianchi e Neri preferì «far parte per se stesso». Allora chissà cosa direbbe di queste celebrazioni per il Dantedì del settecentenario della sua morte. Nel tentativo di rendercelo più attuale, più vicino e diciamolo, più digeribile, i giornali e gli enti culturali gli hanno fatto di tutto. Un esempio banale giusto per rendere l'idea. Repubblica festeggia con una bella intervista impossibile in cui Dante diventa il paladino per combattere le fake news perché nell'ottavo cerchio dell'Inferno, chiamato Malebolge non ha lesinato nel colpire i fraudolenti. L'attualizzazione fa ridere e in Malebolge finiscono anche i seminatori di scismi come, secondo Dante, Maometto. Ovviamente nessuno si premura in interviste impossibili di chiedere a Dante se è ancora convinto che Maometto debba andare all'Inferno ed essere tagliato in due, «rotto dal mento infin dove si trulla». Anzi qualcuno vuol far sparire il passo come vi spieghiamo in questa pagina. Un po' si attualizza, un po' si ripulisce. E in modo praticamente universale si trasforma l'afflato mistico dantesco verso Beatrice in una sorta di femminismo ante litteram. Non sia mai notare che la donna (in senso di signora, di padrona) atta «a miracol mostrare» è un archetipo astratto e di fede. Potremmo andare avanti così all'infinito. E per carità tutti capiscono le esigenze della divulgazione, le capiva persino Dante, che altrimenti non avrebbe scritto il Convivio. Però esistono dei limiti oltre i quali si fa torto all'Alighieri che era uomo grandissimo del medioevo, quindi propenso a vedere il bene in un gran ritorno al passato, non qualcuno che possiamo proiettare nel futuro a nostro comodo. Da un Dantedì e ancor più da una settecentenario dantesco ci si aspetterebbe un profluvio di studi sul corpus delle opere del poeta, del lavorio sullo stemma codicum che ci fatto arrivare le sue opere (c'è stato un fortunato ma episodico ritrovamento a Pavia di un frammento), uno sforzo critico...
Invece si arruola il poeta contro la fake news. Alla fine rende più giustizia allo scrittore il libro della Disney PaperDante letteratura a fumetti che quello che sul fiorentino ci hanno ammanito politici e presunti esperti.
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