Beppe Fiorello torna in tv con il film Il mondo sulle spalle, ma assicura che il lavoro di attore non è semplice come tutti pensano.
Lui, che ha interpretato personaggi di grande rilievo, ha anche rischiato di morire sul set durante le riprese di Joe Petrosino. Quando vestiva i panni del poliziotto statunitense ucciso dalla mafia a Palermo, Beppe Fiorello è caduto da una carrozza trainata da quattro cavalli, salvandosi per pura coincidenza. Ne uscì con naso, spalle e gambe rotte e per superare quel trauma ha chiesto l’aiuto di uno psicologo che, attraverso una tecnica di stimolazione oculare, gli ha permesso di rivivere quei terribili momenti e superarli.
In seguito a questa triste vicenda che l’ha visto protagonista, Beppe Fiorello ha deciso di impegnarsi per far sì che a lui e a tutti coloro che lavorano come attori vengano riconosciuti dei diritti fondamentali. ‘Con un gruppo di attori stiamo avviando un tentativo di regolamentazione dei nostri diritti, per ora inesistenti’ – ha spiegato a Vanity Fair – ‘Parlo di sicurezza sul luogo di lavoro, misure per dare dignità a una professione faticosa’.
Ricordando di aver rischiato la pelle sul set di Joe Petrosino nel 2004, quindi, Beppe Fiorello ha ribadito quanto la professione di attore sia difficile nonostante il pensiero comune del pubblico che ritiene questo mestiere da privilegiati.
Volto e artista tra i più apprezzati del panorama contemporaneo, Fiorello sarà su Rai 1 il 19 febbraio in prima serata nei panni di Enzo Muscia, un imprenditore che ha rilevato l’azienda che lo aveva licenziato
salvandola dal fallimento e dando lavoro a 35 colleghi. ‘Un eroe che non sa di esserlo’ – lo ha definito Beppe Fiorello – ‘E un pragmatico consapevole: secondo lui il lavoro va inseguito, non aspettato’.
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