Abhisshek Jain, Ceo di una importante società hi-tech indiana, la VerveLogic, ha concesso un giorno di ferie ai propri impiegati per permettergli di vedere la prima parte dell’ultima stagione de La Casa di Carta. “Si sarebbero comunque messi in ferie”, è stato il suo commento, dando via a quella che è stata denominata Netflix & Chill Holyday (Netflix e la vacanza rilassante). Senza arrivare ai casi estremi dell’India, c’è però da dire che il consiglio è quello di tenersi un week end libero senza impegni. E rifornirsi di pop-corn.
Non è quindi così strano vedere la serie, da oggi visibile su Netlix, già in tendenza con l’hashtag #LCDP5 (La casa de Papel 5), perché le aspettative sono altissime. E quelli che avevano dubbi sulla potenza di fuoco (e di fuoco se ne vedrà parecchio) dell'ultimo capitolo di questo fenomeno mondiale studiato nelle Università di tutto il mondo, rimarrà deluso. Perché il percorso finale del Professore, di Tokyo, Denver, Lisbona, Rio, Berlino, Helsinki & Co. non deluderà di certo. Ma andiamo con ordine.
In quattro stagioni abbiamo imparato che nulla, per gli “eroi dalla tuta rossa”, è come sembra. La mente visionaria del Professore è riuscita a creare miracoli, mettendo a segno il furto miliardario delle prime stagioni, e continuando poi con la rapina alla banca di Spagna, che chiuderà il cerchio. Anche in questa (per l’esattezza viene definitiva come Parte 5: Volume 1) le cose non cambiano e la firma di Álex Pina creatore della serie è quasi un marchio che si percepisce potente fin dalle prime inquadrature. Ma quali saranno le novità e i colpi di scena che verranno messi in campo? Tanti, e quando tutto sembrerà perduto, le cose peggioreranno. Una corsa che lascia senza fiato, dove i criminali diventano gli eroi e quelli che dovrebbero esserlo sono criminali. Ora il professore è solo, sotto la minaccia di Alicia Sierra e l'intera banda ormai senza guida è chiusa da oltre 100 ore nella Banca di Spagna. Ma queste sono solo le notizie positive, perché i cattivi, quelli veri, devono ancora arrivare.
I nuovi personaggi
Tre volti nuovi esordiranno in quest’ultima parte. Il primo è quello di Patrick Criado che interpreta Rafael, figlio di Berlino. Un ragazzo pulito, timido e impacciato, che possiede però un’arma potentissima, la sua laurea in ingegneria informatica presa al MIT, in Massachusetts. Oltre a lui il terribile Sagasta, interpretato da José Manuel Seda, comandante delle Forze Speciali dell’esercito Spagnolo. Un vero criminale circondato dalla sua squadra senza scrupoli che, come recita l’incipit della serie, “scatenerà la guerra”. In ultimo, Tokyo parlerà per la prima volta del suo grande amore, René, interpretato da Miguel Angel Silvestre, con cui ha avuto una tragica ma profonda storia d'amore: “L’ultima volta che l’ho visto era in una pozza di sangue con gli occhi aperti”.
Tutti i numeri della serie
Enorme è stato lo sforzo profuso per la produzione di tutta la serie. Nel corso degli anni le riprese sono state girate in 300 diverse location, in 7 Paesi. Oltre ovviamente alla Spagna, anche in Thailandia, Danimarca, Panama, Portogallo, Italia e Regno Unito, dove sono state girate le scene del caveau allagato della Banca di Spagna. Sono stati realizzati 6000 lingotti d'oro e stampate un milione di banconote da 50 euro da far cadere sulle strade di Madrid. Un bottino che in 41 episodi è stato difeso da 275 diverse armi, a cui vanno aggiunte le 150 che Gandía custodisce nel suo arsenale privato presso la Banca di Spagna. Che tornerà molto utile all’intera banda.
Le altre curiosità
La voce narrante
“Non è tutto come sembra”, questo è uno dei più grandi insegnamenti della sceneggiatura de La Casa di Carta. E anche le curiosità seguono lo stesso filone, risultando incredibili. A partire dalla voce narrante, che sin dal primo episodio è stata quella di Tokyo. "Mi chiamo Tokyo. Ma quando questa storia è iniziata, non mi chiamavo così”, è stata la prima frase pronunciata nella prima puntata della serie. Peccato che non doveva essere la sua. A svelarlo il creatore Álex Pina che aveva invece scelto quella del Professore. Dopo aver visionato la prima puntata, però, ha deciso di cambiare. Questo perché risultava in contrasto con la sceneggiatura che prevedeva i famosi colpi di scena, a cui Álvaro Morte (l’attore che interpreta il Professore) ci ha poi abituato.
La storia delle tute rosse
Quella delle tute rosse dei protagonisti non è stata, come potrebbe sembrare, una scelta casuale. A raccontarlo sempre il creatore della serie Álex Pina: “È stata fatta per ridurre gli altri colori primari in tutta la serie, e mettere in evidenza i personaggi. Il rosso è un colore aggressivo che crea agitazione”. A lui si unisce anche il regista Jesús Colmenar: “Questo è il motivo per cui abbiamo deciso che tutti i rapinatori e gli ostaggi dovessero indossare un'uniforme, in modo che la tuta rossa diventasse la grande immagine chiave della serie”.
La maschera iconica
A differenza delle tute, per la maschera di Dalì su cui si sono scritti fiumi di parole, la scelta è stata molto semplice, perché si adattava perfettamente al volto degli attori: "Abbiamo pensato a lungo a quale conformazione dare alle maschere, cercando sempre tra personaggi rappresentativi della cultura spagnola. Alla fine, guardando anche le forme dei volti degli attori, abbiamo scelto Dalí. Ma potevano essere di chiunque altro”. Ha rivelato Miguel Amodeo, direttore della fotografia della serie.
Nairobi, il personaggio più amato che non esisteva
La morte di Nairobi nella quarta stagione ha sconvolto i fan della serie, e gli strascichi di questo arriveranno anche nella quinta parte. In realtà, però, il personaggio non esisteva. A dirlo proprio Alba Flores, l’attrice che ha prestato il volto al personaggio. "La prima volta che ho letto la sceneggiatura dei primi due episodi - ha raccontato - Nairobi non esisteva. Mi chiamò Álex Pina e mi disse che stava facendo una serie, e gli mancava un personaggio femminile. Aveva pensato a me, ma non aveva ancora scritto il personaggio”.
Gli occhiali del Professore
L’attore Álvaro Morte non indossa gli occhiali da vista, a differenza del Professore, il personaggio che interpreta. Il fatto che lui non fosse abituato ad indossarli, ha portato che li toccasse in continuazione per aggiustarli sul viso. Questa specie di tic è diventato uno dei caratteri distintivi del suo personaggio.
Come sarà divisa la serie
Il volume 1 della Casa di carta - Parte 5, è composto da cinque episodi di 48 minuti l’uno, visibili su Netflix a partire dalle 9.00 di mattina del 3 settembre. Tre mesi dopo, il 3 dicembre 2021, arriveranno i cinque finali, quelli che porteranno a conclusione la serie. A proposito di queste due parti, è sempre Álex Pina che anticipa una divisione netta tra la prima e la seconda parte: “Abbiamo compreso di dover stravolgere totalmente il format che prevede 10 puntate. Nel primo volume abbiamo utilizzato un approccio molto aggressivo, che potesse mettere la banda alle strette. Nel volume 2, invece, abbiamo scelto di concentrarci sulla parte più intima dei personaggi. Una sorta di viaggio nella loro condizione emotiva, che li ricondurrà al punto in cui tutto è iniziato”.
Ci sarà la sesta stagione?
È la domanda che tutti sperano abbia una risposta positiva. Purtroppo non ci sarà, e a confermarlo è stata la stessa piattaforma Netflix. Una piccola speranza potrebbe esserci per uno spin off che riguarderebbe uno dei personaggi. Anche se la cosa sembra molto improbabile, uno spiraglio arriva dalle parole del creatore Álex Pina: “Abbiamo pensato più di un anno a come far sciogliere la banda, mettere il Professore alle corde e portare alcuni personaggi in situazioni irreversibili. Il risultato è la Parte 5 de La Casa di Carta. La battaglia raggiunge i livelli più estremi e selvaggi, ma la stagione è quella più eccitante ed epica di sempre. Abbiamo parlato di un possibile spin off, ma al momento siamo impegnati su altri fronti”.
L’addio del produttore
A mettere un definitivo punto, ci ha pensato però Jesus Colmenar produttore esecutivo, scrivendo parole molto sentite sulla serie, ma non dando troppe speranze per un prossimo futuro: “Impossibile spiegare come ci si sente a finire La Casa di Carta. Perché non è solo una serie. È casa nostra. La nostra famiglia. Il nostro campo di battaglia. Il nostro sogno realizzato. È difficile dire addio a un viaggio di quattro anni che ha cambiato le nostre vite, e in cui abbiamo dato tutto: quando eravamo piccoli e quando eravamo grandi, quando abbiamo fallito, e quando ci siamo riusciti, quando non avevamo quasi nulla e quando avevamo quasi tutto. La dedizione è stata la stessa. La passione era la stessa. Per sempre. Fino alla fine. E la fine è arrivata. E con questa la consapevolezza che non sperimenteremo mai più niente del genere. Con me, per sempre, porto la migliore squadra che si possa sognare e un cast di attori e attrici irripetibili, che fanno già parte della mia famiglia.
L’ultima battaglia è stata la più grande e la più dura e l’abbiamo combattuta fino all’ultimo respiro. Perché volevamo regalarvi la stagione più epica, più spettacolare ed emozionante di tutte. Il risultato è per voi. E per noi il viaggio. E senza dubbio, compagni, ne è valsa la pena”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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