"Così sono diventato un pilota da 250 km l'ora"

L'attore svela come si è trasformato in Ken Miles, che nel 1966 riuscì a battere la Ferrari a Le Mans

"Così sono diventato un pilota da 250 km l'ora"

Sara Frisco

da Los Angeles

«Se fosse un concorso di bellezza lo avremmo già perso». Dice il personaggio di Christian Bale a quello interpretato da Matt Damon.

Le Ferrari sono sempre state insuperabili dal lato estetico ma per la prima volta, nel 1966, la Ford fu in grado di costruire una vettura, la GT40, capace di competere con la casa del cavallino rampante.

Quell'avventura di 53 anni fa è raccontata in Le Mans '66 La grande sfida, diretto da James Mangold (il regista di Quando l'amore brucia l'anima - Walk the Line, Logan The Wolverline) e interpretato proprio da Matt Damon e Christian Bale nei ruoli di Carroll Shelby e Ken Miles, gli ingegneri e fraterni amici - che resero possibile quella sfida. Presentato a Toronto e in numerosi altri festival, il film sarà nelle sale anche in Italia dal 14 novembre.

Christian Bale interpreta Ken Miles, che si mise al volante della GT40 e che con il collega Shelby aveva un rapporto di amicizia sincera, anche se chiassosa e spesso litigiosa.

Mr. Bale ancora una volta interpreta un personaggio appassionato e un po' pazzo.

«Un personaggio meraviglioso e unico e sì, vero, appassionato e pazzo. Aver avuto l'opportunità di interpretarlo e di raccontare una sfida come quella di Le Mans e un'amicizia così forte, è stato veramente speciale per me. Mi piacerebbe avere un amico così, qualcuno con cui puoi litigare e fare a botte sapendo che comunque l'amicizia e l'affetto prevarranno su qualsiasi conflitto».

Non ce l'ha?

«Non è facile avere amicizie così sincere nel mio ambiente».

Nemmeno Matt Damon?

«Sì vero, Matt è una delle persone migliori con cui abbia mai avuto a che fare. Un professionista meraviglioso e collaborativo. Sono certo che un giorno diventerà un grande regista».

Le ha detto che vuole fare il regista?

«No, ma a me piacerebbe molto che lo facesse. E vorrei che, se un giorno succedesse, mi chiamasse per essere parte del suo film. Potrebbe essere un grande filmaker, ne sono certo, ha una visione completa di come un film deve essere girato».

Si dice che non sia facilissimo lavorare con Christian Bale..

«Quando lavoro sono completamente focalizzato e spesso sono impulsivo».

Come quella volta che insultò pesantemente il direttore delle luci perché aveva fatto rumore durante le riprese di una scena.

«Ormai è un episodio che appartiene al passato, con quella persona mi sono chiarito. Avevo esagerato, avevo perso un po' di controllo, quella sfuriata era un misto di me e del personaggio di quella specifica scena. (Il film era Terminator Salvation, del 2009 n.d.r.)»

In Le Mans 66 il suo immedesimarsi non ha causato incidenti ma il suo ennesimo dimagrimento.

«Miles era anche il pilota della GT40 e quelle auto non erano fatte per uomini grandi, non erano affatto comode. Dalla mia prospettiva, la magrezza del mio personaggio fa parte del suo linguaggio del corpo. Ken era un grande professionista, un padre e marito meraviglioso ed era un uomo che sapeva vivere la sua vita a 250 km l'ora. Nulla lo poteva fermare, non certo i chili di troppo».

Però a un certo punto dovrà abbandonare i suoi sogni.

«Miles era un uomo che gareggiava con grande senso dell'onore e quando Ford decise di fare entrare tutte le auto in gara successe qualcosa di difficile da digerire per lui. Non tradì mai la sua amicizia con Shelby».

Quel pugno che gli dà e che si vede nel trailer è vero?

«Sì, mi ha dato soddisfazione darglielo e credo che a Matt abbia dato soddisfazione riceverlo. Questo è un film girato vecchio stile. Si sta perdendo il gusto di fare film senza tanti effetti speciali».

Lei che auto guida?

«Un camioncino di seconda mano, molto vecchio. Dopo questo film capisco meglio i motori e devo dire che è un mondo che mi affascina. Mi piace guidare, è divertente.

Purtroppo per questioni di assicurazione non ho potuto guidare io davvero nelle scene di gara ma devo ammettere di aver chiesto al regista più volte di farmi provare. Ho anche imparato molto, sul set avevamo i migliori piloti del mondo a darci consigli».

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