Le rivendicazioni social e i server nel mirino

L'ipotesi guasto indotto Su "X" esultano i gruppi filo russi e pro Pal. Il precedente Italia dopo le frasi di Mattarella

Le rivendicazioni social e i server nel mirino
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«In tempi di minacce ibride, la sicurezza è una materia molto vasta. Pensiamo alla difesa dei confini, alla lotta al terrorismo, all'importanza della cyber-sicurezza, soprattutto nell'epoca dell'intelligenza artificiale, quando un attacco hacker può in un attimo mettere a rischio l'operatività dei servizi essenziali». Queste parole di Giorgia Meloni in Senato lo scorso 18 marzo, in occasione delle comunicazioni pre-vertice europeo, sembrano essere state profetiche guardando a ciò che è accaduto in Spagna.

Semafori che non lampeggiano, ospedali senza elettricità, pendolari intrappolati nella metropolitana, aerei a terra (o in ritardissimo), sistemi di difesa in difficoltà, cittadini bloccati negli ascensori. Sono le prime conseguenze di un Paese sotto attacco informatico, ovvero la nuova frontiera della guerra ibrida, senza missili ma condotta a colpi di intelligenza artificiale. Spagna, e in minore intensità Portogallo e Francia, ne hanno avuto un assaggio ieri: in totale oltre 50 milioni di persone coinvolte. Eduardo Prieto, responsabile operativo di Red Eléctrica, ha parlato di un evento senza precedenti, definendolo «eccezionale e straordinario». La vicepresidente della Commissione europea, Teresa Ribera, ha rifiutato di chiarire se l'improvvisa interruzione del sistema che ha causato il blocco fosse dovuta a un attacco hacker. Ma il dubbio resta e si affianca alla consapevolezza che questa nuova forma di azione bellica con cui occorre convivere ha implicazioni geopolitiche non più sottovalutabili e, non a caso, dovrebbe rientrare anche all'interno del programma RearmEu. Su X sono circolate alcune rivendicazioni, di gruppi pro-Pal e di filo russi. Tra l'altro, pochi giorni fa il governo spagnolo aveva annullato un contratto da 7,5 milioni di dollari per l'acquisto di munizioni da un'azienda israeliana dopo che i partiti di sinistra avevano minacciato di abbandonare il premier Pedro Sánchez e la sua coalizione di governo. A luglio le autorità spagnole avevano arrestato tre persone nell'ambito di un'operazione contro un gruppo di hacker filo-russi NoName057, gli stessi che avevano «attenzionato» l'Italia a febbraio.

Nell'ultimo periodo anche il nostro Paese è stato oggetto di attacchi informatici, disinformazione e operazioni di influenza per indebolire il sostegno di Roma all'Ucraina e destabilizzarne le istituzioni. Roma è un obiettivo primario a causa della sua importanza geopolitica, per questa ragione più volte gruppi di hacker legati alla Russia hanno preso di mira siti web del governo e infrastrutture chiave, come le ferrovie. Gli attacchi cyber sono stati di tipo DDoS filorussi, rivendicati come «ritorsione» al discorso pronunciato a Marsiglia dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che aveva citato le cause del «progetto del Terzo Reich in Europa», osservando che «l'odierna aggressione russa all'Ucraina è di questa natura». Tra gli strumenti non militari nelle mani della guerra ibrida ci sono anche i conti correnti bancari. È accaduto pochi giorni fa in Canada, dove TD Bank ha chiuso alcuni conti collegati a gruppi filo-cinesi. Gli analisti sostengono che rappresenti la spia di una guerra ibrida condotta dal Partito Comunista Cinese contro il Canada. Altre infrastrutture sensibili in questo contesto sono quelle sottomarine, come i cavi di comunicazione e le condotte energetiche, che permettono le comunicazioni in tutto il mondo.

I recenti episodi nel Mar Baltico, una volta di più, raccontano quanto le infrastrutture sottomarine siano vulnerabili in caso di sabotaggi, dal momento che è difficile immaginare un controllo su migliaia di chilometri di cavi. I quattro incidenti accaduti nel Baltico negli ultimi tre anni sono stati attribuiti alla flotta ombra russa.

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