Il dramma della madre è da applausi convinti

Il dolore, al cinema, è stato raccontato in vari modi e forme, tanto che, raramente, si rimane davvero colpiti dall'ennesima tragedia che si abbatte addosso al protagonista di turno

Il dramma della madre è da applausi convinti

Il dolore, al cinema, è stato raccontato in vari modi e forme, tanto che, raramente, si rimane davvero colpiti dall'ennesima tragedia che si abbatte addosso al protagonista di turno, sul grande (o piccolo) schermo. Davanti, però, alla messa a nudo del dramma vissuto da una madre che, dopo aver partorito e abbracciato, per pochi secondi, la sua neonata, la vede morire impotente, non si può restare insensibili, finendo per immedesimarti, in tutto, nel calvario di quella donna. Pieces of a Woman non è certo un film facile da digerire ed assimilare, fin dall'incredibile scena iniziale, nella quale si assiste a un lunghissimo piano sequenza che mostra la genesi casalinga del travaglio, del parto e della tragedia. Da restare davvero senza fiato, catturati da quello che ci sta passando davanti agli occhi e che potrebbe risultare disturbante per alcuni. Una maternità voluta e poi tragicamente negata, quella di Martha Weiss (cui presta volto e fisicità una straordinaria Vanessa Kirby, l'attrice del momento, in odore di Oscar) che si sposa con la difficile elaborazione del lutto, capace di mandare in frantumi esistenze e vincoli apparentemente indissolubili; come quello tra i due mancati genitori, che finisce per disintegrare un amore che tale non è. Il compagno Sean (Shia LaBeouf), infatti, non trova di meglio che «distrarsi» con l'avvocato che sta portando avanti la causa penale della famiglia contro l'ostetrica che, forse per un errore, ha provocato la morte del bebè. Il tema della maternità, non solo mancata, ma anche male esercitata, come quello tra Vanessa e sua madre Elizabeth (sontuosa Ellen Burstyn e pazienza per la poca plausibilità anagrafica tra le due attrici, vista la differenza di età di 56 anni), che vorrebbe incanalare e gestire il dolore della figlia in maniera socialmente accettabile, finendo per ottenere l'effetto contrario.

E, in fondo, è protagonista anche la piccola bimba, vissuta pochi minuti, alla quale sbagliano pure il nome sulla lapide. Applausi convinti a tutti, a partire dalla regia dell'ungherese Kornél Mundruczó. Un film che vi toccherò dentro.

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