Eventi cancellati e insulti. Negare le foibe si può

La memoria è sacra ma non quella del tragico esilio istriano e delle stragi comuniste sul confine orientale

Eventi cancellati e insulti. Negare le foibe si può

Il ricordo delle foibe e dell'esodo cancellato in una scuola all'ultimo minuto. Politici Pd che sulla loro pagina Facebook lasciano spazio a commenti che oltraggiano le vittime italiane. Talebani di sinistra, comprese costole dell'Anpi, che si oppongono a dedicare una piazza a Norma Cossetto, martire istriana o a presentare Verità infoibate, il libro del Giornale. E addirittura un pazzo che twitta un video mentre urina su una foiba.

Il 10 febbraio, come ogni anno, non mancano gli insulti o le censure al ricordo delle migliaia di infoibati ed i 300mila esuli fiumani, istriani e dalmati costretti alla fuga dal paradiso socialista di Tito.

L'episodio più grave, perchè coinvolge le scuole, riguarda la cancellazione, dalla sera alla mattina, del 10 febbraio all'istituto Fossati-Da Passano di La Spezia. Un evento non solo già programmato, seppure a distanza, ma richiesto dagli studenti, soprattutto quelli di centro destra. Andrea Manco, presidente locale dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, figlio di un esule da Pola, doveva parlare agli studenti del 10 febbraio, come previsto da una legge dello Stato. Assieme a lui sarebbe intervenuto l'avvocato Emilio Guidi, che da sempre ha a cuore la tragedia delle foibe. Una docente, però, scrive all'ultimo momento una piccata mail puntando il dito contro Guidi, che anni fa si è presentato alle comunali con Casa Pound. Non è stato eletto e non ha incarichi politici, ma fa niente.

Ieri, Roberto Peccenini, dirigente dell'ufficio scolastico regionale del ministero dell'Istruzione, che lo aveva approvato, cancella l'evento. «È risultato che non sarebbe stato garantito quel pluralismo culturale... - si legge nella circolare che sospende il ricordo del 10 febbraio - si sarebbe corso il rischio di fomentare divisioni e i conflitti... questo sarebbe tanto più grave in un momento in cui il nostro Paese sta mettendo tra parentesi le divisioni partitiche... che consenta di superare la crisi sanitaria ed economica che lo affligge». Peccato che è stata tappata la bocca pure a Manco, che aveva consegnato una targa di ringraziamento al sindaco ex comunista di La Spezia per aver chiesto scusa sul trattamento nei confronti degli esuli a guerra finita. «Io figlio di esule polesana non garantirei la pluralità? - sbotta il rappresentante dell'Anvgd - Ho scatenato l'inferno con il provveditore, la Regione e parlerò al prefetto. È assurdo». Peccenini sentito dal Giornale si assume «tutta la responsabilità» e aggiunge «che vedremo di recuperare il contributo degli esuli» non sapendo spiegare bene perchè ha fatto di tutto l'erba un fascio. Se necessario bastava sospendere solo l'intervento dell'avvocato Guidi.

La censura di La Spezia è eclatante, ma non l'unica. A Portogruaro la richiesta degli studenti di sentire un'esule, che è stata anche insegnante, non ha visto la luce. La dirigente scolastica ha giustificato il niet sostenendo «che del Giorno del Ricordo si occuperanno direttamente gli insegnanti di storia».

Verità infoibate - Libro

Sabato scorso a Reggio Emilia il Comitato 10 febbraio celebrava il Giorno del Ricordo e nelle stesse ore sulla pagina Facebook del consigliere comunale Pd, Dario De Lucia, si dibatteva proprio sulle foibe con frasi del genere: «Sempre detto che sulle colline carsiche c'era ancora un sacco di posto» o «vedi cosa succede a lasciare le cose a metà». E ancora «l'apologia di calci nel culo esiste?» infine «ecco cos'era quell'odore di merda». De Lucia non è minimamente intervenuto, né ha preso le distanze. Per di più Andrea Capelli, ex consigliere Pd e presidente delle Farmacie comunali controllate al 100% dall'amministrazione ha partecipato scrivendo: «Il 7 luglio del 1960 molti Questori erano quelli di prima della fine della Seconda guerra mondiale e non abbiamo mai finito di defascistizzare l'Italia».

In Toscana, l'Associazione dei partigiani ha levato gli scudi esprimendo «sconcerto che a Firenze, città medaglia d'oro della Resistenza, il Consiglio Comunale abbia visto bene di chiamare per il Giorno del Ricordo Emanuele Merlino, autore del libro Foiba rossa», il fumetto dedicato alla martire istriana Norma Cossetto. Merlino, presidente del Comitato 10 febbraio, vicino a Fratelli d'Italia, viene accusato di fascismo perchè presenta il libro illustrato anche a Casa Pound e la casa editrice è Ferrogallico, bestia nera della sinistra estrema. A Pavia la Rete antifascista è riuscita addirittura a contestare l'invito del sindaco a presentare il 10 febbraio, Verità infoibate, il libro del Giornale. Su Twitter c'è di peggio con un utente che si presenta con il pugno chiuso contro il nazifascismo. Il video che ha postato con il commento «Io ricordo» riprende qualcuno che urina su un buco nel terreno che assomiglia ad una foiba.

Il 28 gennaio a Vicenza, sempre l'Anpi, si è scagliata contro la decisione del Consiglio comunale di dedicare una piazza a Norma Cossetto.

E quest'anno è sceso in campo l'auto proclamato storico Eric Gobetti, che con Laterza ha pubblicato un saggio E allora le foibe? che ha fatto inferocire gli esuli. La grande stampa gli ha concesso ampio risalto omettendo di pubblicare le foto dell'autore vestito da titino, che indossa una maglietta con il faccione di Tito e fa il pugno chiuso d'ordinanza.

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