Il fascismo si archivia studiandolo Così ad esempio

Il fascismo si archivia studiandolo Così ad esempio

Come il convitato di pietra del Don Giovanni o il fantasma di Banquo nel Macbeth, il Fascismo è una presenza ricorrente, e ingombrante, sulla scena politica del nostro Paese. Evocato, maledetto, esorcizzato, vituperato ma soprattutto citato quasi sempre a sproposito, il Ventennio è l'esempio più classico di un passato che non vuole passare. Basta scorrere il reparto di Storia in una qualsiasi libreria per accorgersi che la quantità di volumi dedicati al periodo tra le due guerre supera notevolmente quella di ogni altro argomento. Sarebbe dunque il caso, avvicinandosi la fatidica scadenza del centenario di fondazione dei Fasci di combattimento - fra meno di un anno - di deporre il moschetto, mettendo fez e orbace nell'archivio della storia patria.

A questo proposito, giunge opportuna la pubblicazione di un agile volume di Luciano e Simonetta Garibaldi, autori di Eventi e protagonisti del ventennio fascista (Mattioli 1885, pagg. 200, euro 18; serie Archivio Storia). Si tratta di un tentativo, riuscito, di storicizzare il periodo più discusso della nostra storia, analizzandone, con stile giornalistico, i fatti e i personaggi più salienti. Diviso in brevi capitoli autonomi, come in una sorta di enciclopedia, permette al lettore di assistere allo scorrere degli eventi da piazza San Sepolcro alla Marcia su Roma, dalla Guerra d'Etiopia alla tragedia di Dongo, seguiti dai profili di un centinaio di personalità, che vanno dai quadrumviri della Marcia su Roma ai giornalisti schierati come Appelius o critici come Maccari, passando per gli oppositori come De Gasperi.

Non si tratta, ovviamente, di un semplice elenco di vite e vicende raccontate per l'ennesima volta, ma di un riuscito tentativo di coniugare la scorrevolezza giornalistica con l'autorevolezza delle ultime scoperte storiche.

A questo proposito, spicca l'acuta e, sembra definitiva ricostruzione della fine del Duce: il libro smonta il falso storico della vulgata, ormai archiviata da tutti i ricercatori in buona fede, portando nuovi elementi alla tesi della cosiddetta «pista inglese», che vide Churchill riappropriarsi del carteggio segreto, lasciando che i comunisti si tenessero i soldi e gli altri documenti mai più ritrovati.

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