La figlia di Bruce Lee fa causa a una catena di fast food

Causa milionaria per una catena di fast food cinese con 600 ristoranti in tutto il Paese da parte della figlia di Bruce Lee: la società avrebbe utilizzato l'immagine dell'attore senza permesso

La figlia di Bruce Lee fa causa a una catena di fast food

Battaglia legale in corso nel nome di Bruce Lee. Sua figlia Shannon, tramite una compagnia da lei gestita, ha avviato una causa contro una catena di fast food cinese che avrebbe utilizzato una presunta immagine di suo padre per 15 anni senza autorizzazione.

La catena di ristoranti gestita dalla Kungfu Catering Management avrebbe nel suo logo un'immagine del popolare attore campione di arti marziali ma, stando a quanto riferito dalla figlia, quell'utilizzo sarebbe improprio. Proprio in queste ore è arrivata la risposta da parte dell'ufficio legale della catena di ristoranti, che respinge qualunque accusa al mittente. La loro difesa si basa sulla presunta autorizzazione che ben 15 anni anni fa avrebbero ricevuto da parte del Governo cinese per l'impiego di una presunta immagine stilizzata di Bruce Lee nel logo della compagnia. “Siamo straniti dal fatto di essere perseguiti legalmente così tanti anni dopo. Ci stiamo preparando alla difesa studiando il caso con attenzione per rispondere”, ha dichiarato la società mediante un comunicato stampa trasmesso per via social tramite la piattaforma Weibo, molto attiva in Cina, del tutto simile a Twitter.

Le richiesta formulate da Shannon Lee sono molto chiare. L'erede dell'attore vuole che la società elimini immediatamente l'immagine del padre del suo logo, che per 90 giorni consecutivi faccia delle dichiarazioni specificando che la catena di fast food non è legata all'immagine di Bruce Lee ma, soprattutto, che paghi una compensazione di 210 milioni di yuan, circa 30 milioni di dollari americani. Sono tutte richieste finora respinte dalla società che è pronta a difendere le sue ragioni.

La catena, con base a Guangzhou, è stata fondata nel 1990 con il nome di Real Kung Fu. Il logo iniziale non prevedeva la presunta immagine contestata di Bruce Lee, che è stata aggiunta solo in un secondo momento nel 2004. In realtà, non si tratta di una fotografia dell'attore ma del disegno di un uomo con i capelli scuri le cui fattezze ricorderebbero quelle di Bruce Lee.

Essendo Shannon Lee a capo della società che da tantissimi anni si occupa di mantenere vivo il ricordo di suo padre, ma che gestisce anche lo sfruttamento dell'immagine e del merchindising correlato, ha ritenuto opportuno muoversi per via legale in modo tale da stabilire se e in che modo ci possa essere stata violazione. Sono in tutto 600 i negozi della catena che espongono quest'insegna in tutta la Cina,per un valore complessivo che i media cinesi stimano in circa 5 miliardi di yuan.

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