Gallerie d'Italia, a Torino il polo della fotografia

Non esistono in Italia grandi istituzioni che si occupano di promozione della fotografia, e pochissimi sono i luoghi deputati alla conservazione di un patrimonio, per sua natura fragile, che rischia di scomparire o di essere disperso

Gallerie d'Italia, a Torino il polo della fotografia

Non esistono in Italia grandi istituzioni che si occupano di promozione della fotografia, e pochissimi sono i luoghi deputati alla conservazione di un patrimonio, per sua natura fragile, che rischia di scomparire o di essere disperso.

È dunque meritorio il progetto di Intesa Sanpaolo che ieri ha inaugurato le Gallerie d'Italia-Torino, a Palazzo Turinetti in piazza San Carlo, edificio storico della Banca, diecimila metri quadrati di percorso espositivo su cinque piani, splendido progetto di Michele De Lucchi, la maggior parte dei quali dedicati appunto alla fotografia. E che custodiranno, tra le altre cose, l'Archivio Publifoto, con circa 7 milioni di scatti realizzati dagli anni Trenta agli anni Novanta da una delle principali agenzie di fotogiornalismo italiane, un giacimento imprescindibile dal punto di vista iconografico per capire la nostra storia recente. Non a caso, per l'opening è stata scelta la mostra Dalla guerra alla luna 1945-1969, una selezione di immagini storiche dell'omonimo archivio, a cura di Giovanna Calvenzi e Aldo Grasso, che documenta il miracolo economico italiano dal Dopoguerra fino alla data di quella che può essere considerata la più grande conquista dell'uomo moderno, ovvero lo sbarco lunare.

Il senso più ampio di questa operazione condotta da Intesa San Paolo con il brand Gallerie d'Italia, presenti a Milano, Vicenza, Torino e Napoli (che aprirà il 21 maggio una nuova sede con spazi triplicati), è quello di costituire il primo polo privato, di fatto il più importante e prestigioso a livello internazionale, dedicato alla promozione della cultura in Italia e alla valorizzazione, in generale, del patrimonio artistico italiano e, in particolare, del patrimonio della banca che conta 35mila opere d'arte di proprietà, il cui valore economico, stimato nel modo più giusto e prudente (il cosiddetto «fair value»), è inserito nel bilancio della società fin dal 2017.

Un patrimonio e una serie di spazi espositivi, in tutto oltre 30mila metri quadrati in palazzi storici di assoluta bellezza, utili per promuovere i temi legati all'evoluzione della sostenibilità secondo i criteri ESG (Environmental, Social, Governance) così come sempre più richiesto in contesti economici o di finanza etica: ed è un bene che un grande gruppo abbia pensato di investire grandi risorse nella cultura, prima ancora che per esempio nel «green», ritenendo che il patrimonio artistico sia in Italia la prima leva con cui poter generare benessere sociale.

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