Infortuni, guerre e "pronto ad uccidere": così Troy ha fatto impazzire Brad Pitt

Troy è forse la trasposizione più famosa del poema omerico L'Iliade, eppure Brad Pitt ha rimpianto di aver preso parte alla pellicola

Infortuni, guerre e "pronto ad uccidere": così Troy ha fatto impazzire Brad Pitt

Troy è il film del 2004 diretto da Wofgang Petersen che ha avuto il merito di regalare all'industria cinematografica il ruolo più statuario di Brad Pitt, che nel 2020 ha vinto il suo primo Premio Oscar per C'era una volta a... Hollywood.

Nella pellicola, il sex symbol di Hollywood interprete il pelide Achille, eroe della guerra di Troia, che con la sua abilità in battaglia guida gli Achei verso la vittoria, come raccontato ne L'Iliade di Omero.

La durissima preparazione fisica di Brad Pitt e il rischio di impazzire

Per ottenere una forma fisica che potesse davvero restituire l'idea di un semi-dio in grado di cambiare le sorti della guerra più famosa della storia, Brad Pitt si sottopose ad un durissimo allenamento fisico guidato da Gregory Joujon-Roche.

Per più di sei mesi, Pitt si sottopose ad un allenamento costante, fatto di squat e di tavola oscillante, necessari a rafforzare e irrobustire le gambe. Pitt veniva dalla precedente lavorazione fisica fatta per Fight Club nel 1999: l'allenamento allora gli aveva già modellato il fisico, ma rimaneva il problema delle gambe più sottili rispetto al tronco.

Aiutato anche dal suo metabolismo veloce - è noto e leggendario il fatto che Brad Pitt mangi sempre a intervalli regolari, tanto che anche nei film viene sempre mostrato mentre mangia qualcosa - l'attore ha potuto conservare una buona fisicità di partenza su cui poi il trainer di Troy ha costruito una monumentalità. Grazie allo stesso allenamento anche Garrett Hedlund, che in Troy interpreta Patroclo mise su 13 kg di massa muscolare.

Brad Pitt si allenò per cinque giorni a settimana a ritmi quasi folli, arrivando a mettere su circa sette chili di massa muscolare. Per ottenere quel risultato dovette però smettere di fumare, che fu uno dei più grandi sacrifici. In un'intervista riportata da La Repubblica, l'attore dichiarò: "Ho rischiato di impazzire. La mia rabbia era tale che ero pronto ad uccidere, cosa che mi ha aiutato non poco ad entrare nella pelle del personaggio. Diversamente dal solito, questa volta ho dovuto concentrare molte delle mie forze sulla preparazione atletica e sull'aspetto fisico. Non scorderò mai il mio trainer ed il suo terribile allenamento quotidiano".

Il suo scopo era quello di avvicinarsi quanto più possibile ad una divinità greca: non solo dal punto di vista fisico, ma anche emotivo. Brad Pitt voleva così tanto entrare in simbiosi con il personaggio che interpretava che chiese al regista di non indossare gli indumenti intimi sotto le tonache, proprie come avveniva ai tempi degli antichi greci. La sua richiesta, però, venne respinta.

Tra scommesse e infortuni

In Troy, una delle scene con maggiore pathos è quella dello scontro tra Achille e Ettore (Eric Bana), nel duello che si svolge fuori dalle mura di Troia. È da questo duello leggendario che si deciderà la sorte della città greca più famosa al mondo.

I due attori scelsero di non avvalersi dell'aiuto di nessuna controfigura e si gettarono insieme nell'avventura, con quello che si potrebbe definire un accordo tra gentiluomini. Fecero dunque una scommessa: avrebbero pagato 50 dollari per ogni involontario colpo leggero e 100 per i colpi pesanti. Il risultato? Brad Pitt fu costretto a pagare 750 dollari al suo collega, che invece non dovette sborsare neanche un centesimo.

Le scene di combattimento, d'altra parte, non hanno mai rappresentato un affare vantaggioso per Brad Pitt in Troy. Nella scena in cui Achille combatte contro Boagrius, l'attore si ferì, per uno strano scherzo del destino, al tallone di Achille, che lo lasciò in agonia per giorni.

Uragani e guerre

Inizialmente le riprese per la valle fuori da Troia si sarebbero dovute svolgere in Marocco, dove tutto era già pronto per l'inizio del lavoro. L'imminente guerra in Iraq, però, costrinse tutta la produzione a fare armi e bagagli e lasciare il Paese. Le riprese ebbero dunque luogo a Baja California Bur, in Messico, nel febbraio 2003.

Se si pensava che la scelta sarebbe stata più sicura, ben presto la troupe dovette ricredersi. Tutto il set e la zona circostante venne distrutta dall'Uragano Marty, che costrinse la produzione a fermarsi.

Come se non bastasse, l'uragano distrusse la casa in cui viveva Brad Pitt durante le riprese. Leggenda vuole che l'attore fosse così stanco per la sua giornata passata sul set che non si accorse praticamente di nulla, assorto com'era in un sonno senza sogni. Si dice che si risvegliò alle 4 del mattino, solo per rendersi conto che non aveva più un tetto sopra la testa. Letteralmente.

L'odio di Brad Pitt

Nonostante Troy sia stato un successo planetario, che è riuscito a triplicare l'investimento iniziale, recentemente Brad Pitt è tornato a parlare di quanto in realtà non sia legato a quel film e di quanto si sia pentito di averne preso parte. Non è la prima volta che l'attore si sbilancia sui suoi sentimenti riguardo una sua qualche interpretazione. Anche per Intervista Col Vampiro disse che interpretare il ruolo di Louis fu un vero e proprio incubo.

Ma per quanto riguarda Troy l'attore è molto più duro. Lo ha raccontato in un'intervista al New York Times in cui ha detto: "Ero davvero molto deluso da Troy. Quando stai cercando di tirare fuori qualcosa dalla tua carriera, ricevi sempre molti consigli. Le persone ti dicono dovresti fare questo e altre ti dicono che invece dovresti fare quello. C'era questo film che non sono mai riusicto a fare, un film dei fratelli Coen chiamato To the White Sea. Avevamo un'occasione di farlo, ma non se ne è fatto niente. Poi arrivò un'altra interessante opportunità, ed io decisi di fare qualcos'altro e di tornare al progetto in un secondo momento. Ho accettato quel consiglio".

Sempre nella stessa intervista, Pitt continua: "Ho dovuto fare Troy - immagino di poterlo dire adesso - perché ero stato tagliato fuori da un altro film e dovevo fare qualcosa per lo studio. Perciò sono stato inserito in Troy. Realizzai che il film che stava venendo fuori non era qualcosa in cui volevo trovarmi. Ho fatto anche io i miei errori, naturalmente. Cosa sto cercando di dire? Non potevo andarmene a metà del lavoro e questo mi faceva impazzire. Immagino che lavorare con David Fincher mi abbia viziato, non che abbia qualcosa contro Wolfgang Petersen. Il suo Das Boot è uno dei più grandi film di tutti i tempi. Ma a un certo punto Troy diventò un qualcosa di puramente commerciale.

Ogni inquadratura era come dire 'ehi, ecco l'eroe'. Non c'era mistero. Perciò proprio a quel tempo ho preso la decisione che avrei partecipato solo a film di qualità" lasciando intendere che Troy, di fatto, non lo fosse.

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