«Ho vinto X Factor ma non sarò mai una pop star sexy»

Dopo il trionfo la giovane cantante Chiara Galiazzo ancora non ci crede: "Da ieri sono in una centrifuga, è un sogno che si avvera"

«Ho vinto X Factor ma non sarò mai una pop star sexy»

Hanno provato a darle della Iva Zanicchi, per quel suo essere ruspante e con un profilo marcato. Lei cita Bjòörk e Mina come punti di riferimento. Poi a spulciarle in testa qualche nome in più, spuntano Franco Battiato, Luigi Tenco, ma anche Anthony and the Johnsons e i sempiterni Beatles. Poi ascolti la voce e ti sembra di raccogliere i toni corposi e sicuri che furono di Amy Winehouse. Chissà cos'è veramente Chiara Galiazzo, soprattutto chissà cosa vorrà (e che le permetteranno per ora di) essere. Una cosa è certa al momento: lei - «la Chiara», come la chiamano a casa - è la vincitrice di X Factor 6, anno del Signore 2012, edizione dei record che proprio nella finale ha sfondato il milione di spettatori medi. Cifre super che fanno rima col 3,67% di share di ieri sera e con il + 16% di share rispetto al precedente X Factor. Per non parlare del successo imponente sul fronte dei social network, con 75mila tweet unici per la finalissima, e 3.809.000 voti per le ultime due puntate di questa settimana.

Chiara, 26 anni e una vita da popstar davanti: come ti senti?
«Frastornata. Da ieri sera sono in una centrifuga. Mi hanno dato un biglietto preciso preciso con tutti gli impegni da qui ai prossimi giorni, ma l'ho già perso. Il telefonino è morto, non so cosa abbia, ancora oggi non riesco a sentire casa. Nelle prossime ore ho però una priorità: dormire».

Come hai passato la notte della vittoria?
«Sono stata alla festa di X Factor, ho ballato e bevuto, e soprattutto sono stata insieme alle mie tre migliori amiche. Dovevamo dormire insieme e alla fine abbiamo chiuso occhio per al massimo un quarto d'ora».

Ti hanno dato da subito della favorita, ma tu ci credevi? Avevi la percezione di potercela fare?
«Quell'etichetta da favorita l'ho temuta, e tanto. Ogni puntata facevo gli scongiuri. La percezione a X Factor è distorta: non hai contatto con l'esterno. Certo, sentivo il calore del pubblico in studio, così come la stima dei giudici. Ma quanti favoriti sono rimasti a metà strada?».

Hai perso uno stage in una società finanziaria per essere qui: valeva la pena rischiare...
«Da quando ho 3 anni non riesco a pensarmi che come cantante. I miei genitori sono veneti coi piedi per terra, mi hanno sempre supportato in questo sogno, consigliandomi però di tenermi una strada concreta di ripiego».

Il cosiddetto piano B. Ora però giochi in serie A: cosa sei disposta a fare per rimanerci? Dirai la tua sulle scelte discografiche o accetterai qualche diktat iniziale?
«Chi mi conosce da sempre, e chi mi ha conosciuto a X Factor sa come sono fatta: difficile da convincere e con le idee chiare. Ovvio, spero che il primo disco nasca da una collaborazione fruttuosa collettiva».

Morgan ne avrà parte? Lui, insieme a te, è il vincitore morale di questa edizione. Quanto ha contato lui nel plasmare il tuo «fattore X»?
«Morgan mi ha spinto in imprese che non credevo di poter superare. Mi lanciava delle proposte, io restavo perplessa per un giorno. Poi mi ci buttavo e, sorpresa, i pezzi venivano, li facevo miei. È successo con The Final Countdown o col brano dei Kiss, I was made for loving You. Il pezzo più temuto però resta Due Respiri, l'inedito scrittomi da Eros Ramazzotti. Dopo X Factor non mi chiedo più a priori se un pezzo è adatto a me o no. Ci provo».

Nel grande gioco della musica pop, ti chiederanno di fare la sensuale? Ti ci senti, nella parte?
«Io sensuale? Per me è difficile, io proprio non sono una gattona. Sono una ragazza normalissima. E difatti ho molto legato con Davide, veneto, sincero e per bene. Come me».

La celebrità è un'arma a doppio taglio: in qualche modo ne hai paura? La saprai

gestire?
«L'affetto e le attenzioni della gente mi fanno piacere, non paura. Che cosa può succedere di tanto grave? Che qualcuno mi fermi per strada? Va bene, ci andremo a bere qualcosa insieme, se ho tempo».

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