La storia di una grande Regina

La vita incredibile della Regina raccontata attraverso i momenti che hanno fatto la Storia inglese e del mondo intero

La storia di una grande Regina

Dal ballo con il presidente ghanese all’ultimo sguardo rivolto all’amato Filippo. Dai primati conquistati all’annus horribilis del 1992. Dalla morte di Lady Diana alla pandemia. L’esistenza della regina Elisabetta è stata così travolgente che neppure un libro può contenerla tutta, piena di momenti memorabili, felicità, tristezza, sorprese e delusioni. Fino all’ultimo giorno da Regina, Elisabetta II ha mantenuto il giuramento di fedeltà fatto al suo popolo ed è entrata di diritto nella leggenda.

Una Regina…inaspettata

La regina Elisabetta non era nata per regnare. La sua famiglia non era che un ramo cadetto dei Windsor. A sparigliare le carte del destino ci pensò suo zio, Edoardo VIII, che pur di sposare l’amata (e divorziata) Wallis Simpson non esitò ad abdicare dopo soli 326 giorni di regno, l’11 dicembre 1936, a favore del fratello, ovvero il padre di Elisabetta, il futuro re Giorgio VI. Così Lilibet divenne “erede presuntiva al trono”: se i genitori avessero avuto un figlio maschio, questi sarebbe stato l’erede “apparente”, scalzando Elisabetta. Giorgio VI morì il 6 febbraio 1953. Quando l’allora principessa Lilibet venne raggiunta dalla triste notizia si trovava al Treetops Hotel in Kenya. Un albergo le cui stanze sono adagiate sui rami di un immenso albero di fico, in modo che gli ospiti possano osservare da vicino gli animali. Come disse il cacciatore inglese Jim Corbett, presente nel resort in quel momento storico: “Per la prima volta nella storia del mondo una giovane ragazza è salita su un albero un giorno come principessa e ne è scesa il giorno dopo come Regina”.

Una principessa meccanico

La regina Elisabetta ha sempre avuto una passione per i motori. Fin da quando era una giovane principessa. Un hobby inusuale per una futura sovrana, che Lilibet seppe trasformare in un servizio alla patria durante la Seconda Guerra Mondiale. L’Auxiliary Territorial Service (Ats) cercava donne disposte a imparare i mestieri di autista, meccanico, magazziniere, tradizionalmente riservati agli uomini i quali, però, erano impegnati in prima linea nello sforzo bellico. Elisabetta chiese al padre, Giorgio VI, il permesso di poter partecipare. Sentiva di poter aiutare il suo Paese, voleva essere utile. Il re era contrario: si trattava di attività troppo pericolose per una principessa. Lilibet non si diede per vinta e, alla fine, padre e figlia raggiunsero un accordo: la ragazza avrebbe frequentato i corsi di addestramento all’Ats ma ogni sera sarebbe tornata a dormire al Castello di Windsor. Insieme ad altre 190mila giovani donne Elisabetta diede un contributo fondamentale negli anni più duri della guerra. Intraprese la carriera di autista e meccanico, conquistò i gradi di sottotenente e comandante junior. Intervistata dal magazine Life si dichiarò “felice” di poter aiutare. I giornali la soprannominarono "Princess Auto Mechanic”. La futura sovrana, forse senza rendersene conto, con il suo impegno tratteggiò una nuova immagine di principessa e, soprattutto, di donna compiendo, insieme alle sue coetanee, un passo decisivo nella storia dell’emancipazione femminile.

Una notte con la Regina

La principessa Elisabetta, futura sovrana d’Inghilterra scese davvero in strada, in incognito, a festeggiare la fine della guerra nella notte del V-Day, l’8 maggio 1945. Ma non visse le rocambolesche avvenuture narrate, con troppe licenze poetiche, nel film “Una Notte con la Regina” (2016) di Julian Jarrold. Autorevoli esperti hanno scritto fiumi di articoli e libri su quella serata, stabilendo la verità dei fatti. Re Giorgio consentì alle figlie di assaporare la libertà arrivata con la fine della guerra, ma solo a patto che a scortarle vi fossero 16 persone, tra dame di compagnia e giovani cortigiani (tra cui vi era Peter Townsend il futuro, scandaloso amore della principessa Margaret) Il re comprendeva l’euforia delle figlie dopo anni di paura. Quella notte, infatti, annotò sul suo diario: “Povere care, non si sono mai divertite”. Elisabetta uscì di casa alle 21 indossando l’uniforme dell’Auxiliary Territory Service. In un’intervista alla Bbc del 1985, raccontò così quella notte: “Ero terrorizzata di essere riconosciuta. Mi ricordo file di sconosciuti prendersi a braccetto e camminare lungo Whitehall. Noi seguivamo quell’ondata di felicità e sollievo”. Il gruppetto finì pure in un nightclub di dubbia moralità a Leicester Square, il “400”: “Andammo a ballare. Era molto buio lì dentro, ma riuscii a vedere almeno quattro duchi che non erano in compagnia delle loro duchesse”, ricordò Margaret Rhodes, dama di compagnia e cugina di Lilibet. La futura regina, travolta dall’entusiasmo, finì addirittura a ballare la conga davanti all’hotel Ritz. Ma quella notte gioiosa finì di fronte ai cancelli di Buckingham Palace. Elisabetta tornò alla sua vita. Nella stanza aveva la foto del principe Filippo, il suo primo e unico amore. Il futuro la stava già aspettando.

regina Elisabetta

L’incoronazione

Quando le fu chiesto con quale nome avrebbe voluto regnare, lei disse solo: “Con il mio, ovviamente”. L’incoronazione avvenne il 2 giugno 1953 nell’Abbazia di Westminster. Fu il principe Filippo, suo marito da 6 anni, a volere che la cerimonia venisse trasmessa in televisione grazie alla Bbc. Un trionfo da 100 milioni di telespettatori (27 milioni solo nel Regno Unito) che seguirono la cronaca di quel giorno memorabile in 39 lingue diverse. La regina Elisabetta indossava un abito di Norman Hartnell, scelto tra 8 bozzetti presentati dallo stilista. Sul raso bianco vennero ricamati gli emblemi dei Paesi del Commonwealth e ci vollero 3mila ore di lavoro per realizzarlo. La sovrana aveva un’aria solenne, ieratica, più matura dei suoi 27 anni, ma fece comunque un piccolo errore, raccontato da Laura Bergagna, una cronista dell’epoca: “In ginocchio Elisabetta cerca inutilmente nel Libro Sacro di rintracciare la preghiera che l’Arcivescovo di Canterbury pronuncia. Sfoglia lentamente, in avanti e indietro: il suo imbarazzo è evidente”.

Il primo discorso

Elisabetta era ancora una principessa di 14 anni quando fece il suo primo discorso radiofonico. Erail 1940 e Lilibet dovette affrontare l’arduo compito di consolare i bambini che, come lei, stavano guardando negli occhi l’orrore della guerra. Accanto alla sorella, la principessa Margaret, durante il programma radiofonico della Bbc “Children’s Hour”, Elisabetta con voce ferma, disse: “A centinaia siete stati costretti a lasciare le vostre case, a separarvi dai vostri genitori. Non vi dimenticheremo…Io e mia sorella Margaret Rose vi siamo vicine, perché sappiamo per esperienza cosa significa essere lontani dalle persone che amiamo di più… sarà compito vostro, voi bimbi di oggi, rendere il mondo di domani un luogo migliore e più felice”.

regina Elisabetta

Un giuramento per la vita

La principessa Elisabetta giurò fedeltà al popolo inglese alcuni anni prima della sua incoronazione, il 21 aprile 1947. Aveva 21 anni e si trovava con la famiglia in Sudafrica. Era la sua prima visita ufficiale oltremare e, per l’occasione, Lilibet fece un discorso diretto al Commonwealth e trasmesso dalla radio di Cape Town. In realtà, più che un discorso vero e proprio, si trattò della sua prima dichiarazione di lealtà al popolo come futura Regina, di una promessa che avrebbe mantenuto fino all’ultimo respiro. Elisabetta disse: “Io dichiaro davanti a tutti voi che la mia intera vita, sia essa lunga o breve, sarà dedicata al vostro servizio e al servizio della nostra grande famiglia imperiale alla quale tutti apparteniamo”. Cinque anni dopo quel giuramento, Elisabetta sarebbe diventata Regina.

Il matrimonio con il principe Filippo

Il grande e unico amore (a quanto ne sappiamo) della Regina fu il principe Filippo. Il primo incontro ufficiale avvenne nel luglio 1939 a Dartmouth, quando la famiglia reale visitò il college navale in cui studiava il bellissimo Filippo, principe di Grecia. Da allora i due cominciarono a scriversi. Prima di quel giorno si erano visti in diversi eventi ufficiali, il primo dei quali fu il matrimonio del duca di Kent nel 1934, quando Lilibet aveva 8 anni. I genitori di Elisabetta speravano in un partito migliore per la loro figlia. La principessa dovette lottare con caparbietà prima di ottenere che Filippo venisse invitato a Balmoral nel 1946 e fosse annunciato il fidanzamento ufficiale il 10 luglio 1947. Il matrimonio venne celebrato all’Abbazia di Westminster il 20 novembre 1947. L’evento, trasmesso in radio, fu seguito da 200 milioni di persone. La futura Regina indossava un abito scelto tra i 12 bozzetti di Norman Hartnell e ispirato alla “Primavera” di Botticelli. Vi lavorarono 350 sarte, usando 10mila perle e cristalli. Il diadema prestatole dalla madre per il grande giorno era il “Queen Mary’s Fringe Tiara. Un gioiello che, con un semplice meccanismo a scatto, può trasformarsi in un collier. Mentre le damigelle lo sistemavano sul capo della sposa, fecero inavvertitamente inceppare questo meccanismo. La tiara venne aggiustata alla bell'e meglio e con troppa fretta. Infatti, guardando le foto di quel giorno, è possibile notare un piccolo spazio tra la frangia centrale e la punta alla sua destra, proprio dove venne fatta la riparazione.

regina Elisabetta matrimonio

La danza di Sua Maestà

La Regina che balla è una delle immagini più rare che il mondo abbia mai visto. Elisabetta, ancora principessa, danzò la Canadian Square Dance durante il suo tour in Canada nel 1951, alla Government House di Ottawa. Fu un altro, però, il ballo che fece scalpore. Nel 1961, quando negli Stati Uniti vigeva ancora la segregazione razziale e il mondo era in piena Guerra Fredda, Sua Maestà danzò con il presidente del Ghana Kwame Nkrumah. In realtà, fu ben più di un divertimento. Si trattò di una danza in nome della ragion di Stato. Vi era il fondato sospetto che il Ghana potesse abbandonare il Commonwealth e cadere nella sfera d’influenza sovietica. Un rischio che Gran Bretagna e Stati Uniti non volevano correre. Così la regina Elisabetta, allora 35enne, andò in missione ad Accra e le foto di lei con il presidente dello Stato africano furono la prova della sua vittoria. Oggi rendono anche la testimonianza di una sovrana ben lontana dalle accuse di razzismo lanciate da Harry e Meghan.

La prima Regina in Australia

La regina Elisabetta fu la sola monarca a visitare l’Australia nel 1954. Benché la nazione faccia parte del Commonwealth, nessun re prima di lei vi aveva mai messo piede. Sua Maestà vi tornò ben 16 volte. Tuttavia la nazione che vanta il maggior numero di royal tour della sovrana è il Canada, visitato 22 volte. Il primo viaggio in questo Paese risale al 1951, quando Elisabetta era solo una principessa da poco sposata al principe Filippo. Il tour divenne anche un documentario intitolato “Royal Journey”. L’ultima volta fu nel 2010, in occasione della cerimonia per il centenario dalla fondazione della Royal Canadian Navy. Elisabetta II è stata una volta sola, nel 1950 e non da Regina, nella patria del marito, la Grecia, forse a causa delle vicende politiche che coinvolsero la famiglia del duca. La Regina fece anche 4 viaggi in Italia e durante la sua prima visita, nel 1951, festeggiò anche i suoi 25 anni. Il quinto, programmato nel 2013, non avvenne a causa del ricovero della Regina per una gastroenterite. Fu la prima Regina inglese a vedere la Cina nel 1986 e a camminare sulla Grande Muraglia. Un’ultima curiosità: nel 1980 fu la prima sovrana britannica a compiere una visita di Stato in Vaticano, dove incontrò papa Giovanni Paolo II.

regina Elisabetta in Vaticano

Primati elisabettiani

Nel suo lunghissimo regno la regina Elisabetta ha accumulato molti primati diventati dei momenti storici memorabili. Fu lei, il 19 dicembre 1961, a fare la prima telefonata a lunga distanza Londra-Ottawa, inaugurando la linea telefonica trans-atlantica canadese. Fu anche la prima Regina a spedire un’email il 26 marzo 1976 dalla Royal Signal and Radar Establishment. Nel 1969 registrò un breve discorso su un disco di silicio che sarebbe arrivato sulla Luna con gli astronauti della missione Apollo 11, Neil Armstrong e Buzz Aldrin. Elisabetta disse: “A nome del popolo britannico saluto l’abilità e il coraggio che hanno portato l’uomo sulla Luna. Possa questo sforzo aumentare la conoscenza e il benessere dell’umanità”. Ancora nel 1969 inaugurò la Victoria Line della metropolitana di Londra con un bel viaggio “underground”.

Il primo discorso di Natale

Nel 1952 Sua Maestà raccolse un’eredità importante lasciatale dal padre: il discorso radiofonico di Natale da Sandringham. Fu Giorgio VI a iniziare questa tradizione nel 1932. La regina Elisabetta l'ha continuata fino a oggi, rendendola un vero e proprio appuntamento istituzionale con i sudditi. Nel 1957, per la prima volta, il discorso natalizio andò in onda in televisione, ma per vedere la sovrana “a colori” i sudditi dovettero attendere il 1967. Nel 2006 il discorso venne diffuso in formato podcast e dal 2020 è riproducibile tramite il sistema Amazon Alexa.

regina Elisabetta

1992: “annus horribilis”

Nel 1992 la regina Elisabetta dovette affrontare diversi momenti memorabili, ma in negativo. Il principe Andrea si separò da Sarah Ferguson il 19 marzo, il 23 aprile la principessa Anna divorziò da Mark Phillips, in maggio venne pubblicato il libro di Andrew Morton “Diana. La sua vera Storia”, in cui la principessa del Galles si definì “un agnello sacrificale portato al macello il giorno del suo matrimonio". In agosto scoppiò lo scandalo “Squidgygate”, con la diffusione, da parte del Sun, delle trascrizioni delle conversazioni intime tra Lady Diana e James Gilbey. In novembre vennero pubblicate le trascrizioni dei colloqui privati tra Carlo e Camilla e il 20 dello stesso mese un terribile incendio distrusse una parte del Castello di Windsor. Infine il colpo di grazia: il 9 dicembre 1992 il primo ministro John Major annunciò alla Camera dei Comuni la separazione dei principi di Galles.

La morte di Lady Diana

Il terribile incidente di Diana nel Tunnel dell’Alma a Parigi segnò uno dei momenti più difficili del regno di Elisabetta II, la quale rischiò seriamente di perdere la Corona. I sudditi volevano un discorso dalla loro sovrana, che si mostrasse in pubblico. Sua Maestà, preoccupata per William e Harry e decisa a tenerli lontani dal clamore mediatico, scelse di non esporsi e venne accusata di insensibilità, indifferenza se non addirittura odio nei confronti della ex nuora. A quanto sembra fu l’allora primo ministro Tony Blair a spingere la sovrana a pronunciare il famoso discorso in memoria di Diana, mostrando la sua umanità al popolo che riteneva la royal family responsabile della morte della principessa. Il 5 settembre 1997 Elisabetta II dichiarò agli inglesi: “…Non è facile esprimere il significato di una perdita…quindi ciò che vi dico ora, in quanto vostra Regina e in quanto nonna, lo dico dal profondo del mio cuore…voglio rendere io stessa omaggio a Diana. Era un essere umano eccezionale e pieno di doti…”. Durante il funerale di Lady Diana, al passaggio del feretro, la regina Elisabetta chinò il capo, un gesto che una sovrana non compie mai di fronte a nessuno, come ordina il protocollo, ma che la riavvicinò al suo popolo.

funerale Lady Diana

La Megxit

Per la regina Elisabetta uno dei colpi più difficili da incassare è stato l’addio di Harry. Nessuno nella royal family avrebbe saputo nulla delle vere intenzioni dei Sussex fino al loro post social dell’8 gennaio 2020. La reazione di Sua Maestà alla Megxit, vissuta come un vero e proprio tradimento, ha seguito la linea più dura possibile: a Harry e Meghan è stato proibito di usare il marchio “Sussex Royal”, sono stati privati del trattamento di altezza reale, dei patronati e sono stati revocati i gradi militari del principe. Lo strappo definitivo tra i Sussex e la famiglia, però, si è consumato con l’intervista a Oprah Winfrey, mandata in onda dalla CBS il 9 marzo 2021. L’accusa di razzismo ai danni di Archie, piombata come un fulmine sulla royal family, ha scatenato la caccia alle streghe. Chi avrebbe fatto commenti inopportuni sul colore della pelle di Archie? La Regina non è rimasta in silenzio, ma la sua replica ha troncato di netto ogni pettegolezzo, sottolineando che “alcune ricostruzioni possono variare” e, comunque, la faccenda deve “essere affrontata dalla famiglia in privato”. Insomma, le prove e la presunzione di innocenza saranno dettagli trascurabili per i Sussex, ma non per la sovrana. Tuttavia Elisabetta II non ha avuto tempo per risolvere la situazione. Un mese dopo l’intervista dei Sussex, il dolore per la morte di Filippo ha sconvolto il cuore della Regina.

Il coraggio durante la pandemia

Il 5 aprile 2020, in piena pandemia da coronavirus, la monarca ha pronunciato un discorso destinato a rimanere nella Storia non solo inglese. In 68 anni di regno si era rivolta al Paese solo altre 4 volte: nel febbraio 1991 in piena Guerra del Golfo, nel settembre 1997 per la morte di Lady Diana, nell'aprile 2002 dopo la scomparsa della Regina Madre e, infine, durante il Giubileo di Diamante del 2012. Per il discorso del 2020 Elisabetta II si è presentata davanti alle telecamere con un abito verde (colore della speranza, ma anche stessa tonalità usata per i camici di medici e infermieri), perle al collo, espressione calma ma fiera. Ha parlato al cuore dei sudditi, sebbene sia più corretto dire che il significato del suo messaggio ha raggiunto tutto il mondo: “Mi rivolgo a voi in quello che so essere un momento sempre più difficile. Un momento di sconvolgimento nella vita del nostro Paese…Spero che coloro che verranno dopo di noi diranno che i britannici di questa generazione sono stati più forti di ogni altra…Potremmo avere ancora molto da sopportare, ma torneranno giorni migliori…ci incontreremo di nuovo”.

regina Elisabetta discorso pandemia

La morte del principe Filippo

Il 9 aprile 2020 la regina Elisabetta ha dovuto affrontare la più grande perdita della sua vita, quella del principe Filippo. A pochi mesi dal compimento dei 100 anni il duca di Edimburgo, dopo il ricovero al St. King Edward VII Hospital, è morto al Castello di Windsor. La sovrana ha vissuto il lutto con grande compostezza e riservatezza, ma durante il funerale l’emozione l’ha tradita, impedendole di trattenere le lacrime mentre, a bordo della sua State Bentley, si recava alla St. George’s Chapel. Inoltre all’arrivo del feretro in chiesa Sua Maestà, in piedi sulla soglia, si è voltata un’ultima volta verso la bara, come a cercare ancora suo marito. Un gesto che faceva quando Filippo era ancora vivo e la seguiva nei suoi appuntamenti ufficiali, sempre rimanendo tre passi indietro. Come se il duca fosse ancora accanto a lei.

“Non sono vecchia”

La regina Elisabetta, pur abbattuta dalla morte dell'amato marito, ha ritrovato il coraggio di tornare al lavoro con più grinta di prima. Ha perduto "la sua roccia", come definiva il principe Filippo, stando ai tabloid questa morte l'avrebbe gettata nello sconforto assoluto, eppure la Regina è riuscita, giorno dopo giorno, a uscire dal tunnel della tristezza. La sua etica del lavoro, il senso del dovere l'hanno aiutata a superare uno dei più grandi dolori della sua vita. Il ricordo di Filippo è rimasto intatto nel suo cuore, ma il pensiero di Elisabetta II è andato al al popolo che aspettava con ansia il suo ritorno dopo il periodo di lutto. La fitta agenda della sovrana, però, non avrebbe lasciato il giusto spazio al riposo, tanto che i medici le hanno dovuto imporre un periodo di tranquillità al Castello di Windsor. I numerosi impegni, però, non hanno intaccato lo spirito e la verve di Sua Maestà. Elisabetta ha rifiutato il premio “The Oldie of the Year”, consegnato ogni anno agli anziani che si sono distinti nei loro ambiti professionali. Il motivo? La Regina non ha accettato di essere considerata vecchia. Non si sente tale e, attraverso il suo segretario privato, Tom Laing-Baker, ha risposto al presidente del premio, Gyles Brandreth, con una frase diventata virale. Il messaggio recitava così: “Sua Maestà ritiene che si è vecchi quando ci si sente vecchi, come tale non crede di soddisfare i requisiti pertinenti per poter accettare e spera che possiate trovare un più degno destinatario”. Quanti ritenevano che Elisabetta II fosse annientata dalla morte di Filippo si sono dovuti ricredere.

Il dolore, seppur incolmabile, ha spinto la sovrana a tirare fuori il meglio di sé confermando ancora una volta, qualora ve ne fosse bisogno, la sua tempra iconica, che resterà immortale nella memoria di tutti, insieme alla sua immagine composta e fiera.

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