La lingua italiana fra «webeti» e tradizione

Anche Sanremo ha sdoganato oramai il linguaggio del web portando nella giuria di qualità una popolare You Tuber: Greta Menchi. Francesco Facchinetti, nell'intervista di questa settimana su Off, parla dei giovani come web-star e poco importa se questi sono minorenni. Enrico Mentana al contrario parla della generazione contemporanea di giovani sedotti dal web e li chiama «webeti». In realtà chi sono questi ragazzi web dipendenti che taluni denigrano e altri esaltano? Il problema, come spesso accade, sta nell'aspettativa e in come questi giovani vivano la moltitudine di possibilità data dai social. I social sono uno strumento di comunicazione e non un fine. «Webeti» diventano coloro che vivono pensando che il postare un'immagine e usare un emoticon sia sufficiente a stabilire una connessione emotiva con il mondo. Così non è. E se un salto deve essere fatto, questo deve contemplare l'utilizzo della nostra meravigliosa lingua italiana nei social.

La lingua italiana dispone di circa 160mila parole, frutto di una tradizione secolare, e in media ne usiamo 15mila. Con internet e il linguaggio dei simboli, ancora di meno. Diventando così degli «webeti» di riporto. Il combinato di due strumenti formidabili come il web e la nostra lingua sarebbe veramente un fatto rivoluzionario.

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