Da Madame a Irama e Stato Sociale. Tante "cover" e ben poca nostalgia

Arrangiamenti nuovi e molte sorprese all'Ariston: il cameo virtuale di Battiato, gli omaggi a Battisti, Celentano e Gaetano

Da Madame a Irama e Stato Sociale. Tante "cover" e ben poca nostalgia

Finalmente una sera nella quale la gara non è tra cantanti ma tra epoche. Le cover. Un rituale lanciato da Tony Renis nel complicato Sanremo 2004 e tuttora un must delle cinque serate festivaliere. Ovvio che una sfilata di 26 brani possa diventare, come è diventata, estenuante. Però ne valeva la pena, dai, nonostante una desolante quantità di problemi tecnici (chiedere a Fasma e Nesli a microfono spento, ad esempio). Mentre Fiorello e Amadeus hanno asciugato i loro spazi, la musica li ha dilatati (e pazienza per la coconduttrice top model Vittoria Ceretti evaporata in fretta). Dopo l'omaggio dei Negramaro a Lucio Dalla, subito Noemi con il Neffa di Prima di andare via (con citazione del celebre riff di fiati di Superstition di Stevie Wonder) e poi, uno dopo l'altro, Fulminacci con Roy Paci e Valerio Lundini (Penso positivo) e via elencando fino ad Aiello con Vegas Jones in Gianna di Rino Gaetano. A punteggiare qui e là la narrazione (come va di moda dire oggi), un mastodontico Zlatan «Celentano» Ibrahimovic (in ritardo per una coda sull'autostrada, arriva grazie al passaggio di un motociclista) prima da solo poi con Mihajlovic, una emozionante Antonella Ferrari, un Achille Lauro sempre meno dirompente del previsto, l' elegante Valeria Fabrizi, qualche duetto Amadeus-Fiorello e addirittura una cover del solo Fiorello.

Ma i protagonisti sono stati l'Orchestra, sempre poco esaltata ma decisiva nell'affrontare ben 26 arrangiamenti in una sola sera senza perdere mai il filo, e i singoli artisti con i loro ospiti. Diverte Donatella Rettore con La Rappresentante di Lista in una stralunata Splendido splendente. Praticamente inarrestabile Max Gazzè con Daniele Silvestri. Colapesce e Dimartino con cameo virtuale di Franco Battiato in Povera Patria. Straordinario il confronto tra Willie Peyote e il sempre superlativo Samuele Bersani in Giudizi universali. Questi sono duetti. A suo agio ma non convincente Madame nella semplice solo in apparenza Prisencolinensinainciusol di Celentano e sgangherati (troppo) Bugo con i Pinguini Tattici Nucleari in Un'avventura di Battisti. E via andare.

Onestamente molte versioni sono state decisamente peggiori dell'originale (la Ragazzo fortunato di Random è da querela) ma nel confronto tra epoche così distanti e spesso molto distinte ci sono state comunque le scintille di un evento (abbastanza) godibile.

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