Un mistero di nome Marilyn tra sesso, alcol e dietrologie

A mezzo secolo dalla morte, il volume "La donna più bella del mondo" ne racconta l'epopea. E Studio Universal trasmette (anche) il suo ultimo film

Un mistero di nome Marilyn tra sesso, alcol e dietrologie

«Eccomi qui: la donna più bella del mondo... e non ho nessuno con cui uscire il sabato sera». E per quanto fosse impossibile da credere, per la femmina più desiderata del pianeta - fascinosa amica di star e politici influenti come Frank Sinatra, Peter Lawford e i fratelli Kennedy, nonché di tipi poco raccomandabili come il gangster Sam Giancana - le cose stavano veramente così. Era sola anche quel sabato sera, la divina Marilyn Monroe, il 4 agosto 1962 al numero 5 di Helena Drive, quartiere residenziale di Brentwood. Alle 4.25 del mattino del 5 agosto, la polizia di Los Angeles avrebbe ricevuto una chiamata proprio da quell'indirizzo. La notizia: Marilyn era morta. Suicidata. O forse no. Qui da noi, in Italia, alle ore 15.01 dello stesso giorno, l'agenzia Ansa avrebbe battuto queste parole: «Los Angeles - Marilyn Monroe la popolare attrice è morta poco prima dell'alba. È stata trovata esanime dalla cameriera». A raccontare quella tragica scomparsa ci pensa, con ottimo piglio investigativo, prosa asciutta e nessuna concessione al complottismo a buon mercato Andrea Carlo Cappi, esperto di spionaggio e autore di fumetti per la celebre collana Martin Mystére, nel suo ultimo libro La donna più bella del mondo - Vita, morte e segreti di Marilyn Monroe (Aliberti Editore, pp.272, euro 16), nonché un omaggio televisivo all'attrice in arrivo su Studio Universal (Mediaset Premium sul Dtt) proprio il 5 agosto. La protagonista di commedie capolavoro come Quando la moglie è in vacanza era all'apice di una popolarità che le concedeva ampia scelta sui copioni, una miriade di amanti, e la conoscenza di segreti forse troppo scottanti. Da diversi mesi Marilyn intratteneva rapporti sentimentali con il Procuratore generale Robert Kennedy, dopo aver avuto una veloce e intensa relazione con suo fratello, il Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald. Senza contare che l'attrice frequentava intellettuali e uomini di cinema in odore di «sinistra radicale», in un'epoca in cui il confronto internazionale della Guerra Fredda mieteva carriere, consensi e, in alcuni casi, vittime. Un mistero nel mistero abilmente evocato dal saggio di Cappi, è poi quello che vede protagonisti lo psichiatra della Monroe, Ralph Greenson, e la governante Eurice Murray, presenti in quelle fatidiche ore nella camera dell'attrice. Per ricordare la bravura e il fascino di Norma Jean Baker alias Marilyn Monroe davanti alla macchina da presa, e per farsi qualche domanda in più sui misteri della sua morte, a 50 anni esatti da quel 5 agosto Studio Universal trasmette domenica prossima alle 23.40 e lunedì alle 14.00 il film Gli spostati (1961) di John Huston, ultima fatica cinematografica della diva (incompleto sarebbe rimasto il film successivo, Something's Got To Give, con la celebre uscita in nudo integrale dalla piscina) e un episodio delle serie Hollywood Collection a lei dedicato - Donne nel Mito: Marilyn Monroe - con commenti di Jack Lemmon, Billy Wilder e rare immagini di repertorio. Ironia della sorte, e dei numeri: nel 1962 accanto a quello di Marilyn, fiorito dalla tragedia, altri miti avrebbero mosso i primi passi.

Il 5 ottobre successivo, un doppio appuntamento contemporaneo con la storia avrebbe illuminato i due mondi frequentati proprio da Marilyn, il cinema e la musica: il primo film della serie di James Bond, Licenza di Uccidere e il primo 45 giri dei Beatles, Love Me Do, ricordavano al pubblico che, come sempre e più di sempre, lo spettacolo deve andare avanti.

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