Molto di nuovo sul fronte sentimentale. Ecco il Remarque "rosa" che non ti aspetti

Un pilota automobilistico conteso da tre donne. Fra Montecarlo e la Sicilia

Remarque con Marlene Dietrich
Remarque con Marlene Dietrich

Niente di nuovo sul fronte occidentale, certo. Ma molto di nuovo sul fronte sentimentale. Perché c'è anche un altro Remarque, quello degli aperitivi al posto delle trincee, delle belle donne al posto dei camerati grondanti sangue, delle tartine al caviale al posto delle gavette, delle schermaglie amorose al posto degli scontri a fuoco. Insomma, della bella vita al posto della brutta morte, della pace al posto della guerra.

Quando, ai tempi del liceo (o forse erano le medie?) i professori ci fecero leggere quel romanzo devastato e devastante, ne uscimmo con le ossa rotte anche noi, ragazzini nati a distanza di sicurezza dalla Seconda guerra mondiale. Soffrimmo per quegli uomini, coetanei dei nostri nonni, finiti nel tritacarne della Prima guerra mondiale. E solidarizzammo con l'autore del libro, perché capivamo bene che da quel disastro era passato anche lui. E adesso, sui sessant'anni, lo ritroviamo, quel signore che si chiamava Erich Maria Remarque (oppure Paul Bäumer...) non più con addosso l'uniforme da soldato sporca di fango, bensì in abiti civili, civilissimi, addirittura eleganti, o con la tuta da corridore automobilistico. È proprio vero, non si finisce mai di imparare...

Niente di nuovo sul fronte occidentale uscì a puntate sul quotidiano berlinese Vossische Zeitung fra novembre e dicembre 1928 e in volume alla fine di gennaio del 1929. Ma prima, fra il '27 e il '28, herr Remarque (aveva voluto scriverlo così, alla francese, il suo cognome che all'anagrafe di Osnabrück, dov'era nato il 22 giugno 1898, faceva Remark) si era dedicato a ben altro. Per la rivista Sport im Bild di cui era redattore aveva snocciolato Station am Horizont. Dove leggiamo: «La sua macchina rossa fuggiva garrendo come un vessillo nella bufera»; «La tensione era altissima e gravava sopra la folla come un grande animale vitreo e fremente, schiacciava al suolo ogni rumore, imponeva il silenzio delle grandi attese»; «Le baie erano rigonfie d'argento e d'azzurro. Sempre più azzurro. I profili dei monti risuonavano come brevi fraseggi di violino nell'ultimo sole. Poi la luce calò e scivolò via e si ridusse a dialogare con il cielo intinto di verde»; «Lilian Dunquerke lo sentiva: le soffiava incontro come un vento caldo, un vento da sud non troppo intenso. Vi si abbandonò, cercando d'intuire se fosse una brezza regolare o una tempesta in arrivo».

Eccolo, il Remarque «rosa» prima del Remarque «nero». Eccolo, il sentore di Liala che anticipa quello di Barbusse o di Jünger. La sofisticata contessa Lilian Dunquerke è una delle tre donne che, come api inebriate, ronzano intorno a un fiore d'uomo che si chiama Kai. Le altre due sono Barbara, la tenera ragazza che lui ha visto crescere, e Maud, una disinibita borghese. Kai è tedesco, non giovanissimo ma molto fascinoso e doppiamente ex. Molto ex soldato, e molto meno ex pilota automobilistico, tanto è vero che, quando gli si presenta l'occasione, parte da Montecarlo, dov'era giunto proveniente dalla sua città in cui aveva lasciato con un groppo in gola Barbara, e si fionda all'autodromo di Monza per il Gran Premio. E chi sarà l'avversario da battere? Ovviamente un potenziale avversario anche in questioni di cuore, cioè l'americano corteggiatore di Maud. E chi si rivelerà, invece, un inatteso alleato, quando da Monza la carovana si sposterà in Sicilia per il Gran Premio d'Europa di corsa in montagna? Ovviamente il corteggiatore di Lilian, un francese che aveva osato sfidarlo a duello.

In Traguardo all'orizzonte, edito per

la prima volta in italiano da Neri Pozza (pagg. 222, euro 16, traduzione di Enrico Arosio), è tutto piacevolmente ovvio. Un romanzo d'evasione per godersi gli ultimi mesi di libertà. Poi per Remarque riscoppierà la guerra.

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