Niccolò Fabi rinasce meglio di prima (e più folk)

L'album Ecco conquista iTunes e vola in classifica. "Canto ciò che vivo"

Niccolò Fabi rinasce meglio di prima (e più folk)

E fate finta che non abbia 44 anni e già sei dischi alle spalle, tutti signori dischi. Questo è il vero debutto di Niccolò Fabi. Si intitola Ecco e lui lo veste perfettamente da capo a piedi. La voce, beh, è diventata più pastosa, diciamo anche matura, perdendo per strada quelle increspature tardoadolescenziali che spesso lo hanno accompagnato da Capelli (premio della critica a Sanremo 1997) in avanti. E la musica ha i riflessi vintage capaci di mescolare soul, rock e perfino reggae in una miscela che si può definire folk: «Sì, questo è anche un disco folk», spiega lui che, per registrarlo, ha fatto la scelta più giusta e meno prevedibile. Ha trasferito i musicisti agli studi Posada Negro dello scatenato Roy Paci a Lecce. Ha vissuto per settimane in una masseria. È diventato il solista in mezzo a una banda, la sua banda. E anzi ha accolto ospiti imprevisti come lo stesso Roy e i musicisti scavezzacollo di Aradeo che in Io fanno il controcanto alla solennità accademica dell'Orchestra di archi Apm. Sono quelle liaison che diventano artisticamente dangereuses e quindi godibili assai.
Soprattutto, credibili.


In fondo, pochi altri come lui, padre improvvisamente orfano di una figlia di 22 mesi, possono cantare le parole di Verosimile (critica alla tv del dolore) e permettersi il racconto di viaggi fuori (Sei modi di dire verde) e dentro di sé (Lontano da me) senza cadere nello stucchevole o nelle nenie retoriche che magari piacerebbero ancora ma sembrerebbero così noiosamente lontane dal tempo che viviamo. « Sono arrivato a un'età in cui la mia musica coincide fino in fondo con ciò che vivo: e questo è un periodo in cui ho voglia di divertirmi nel senso più onesto del termine», dice lui proprio nel giorno in cui il disco debutta altissimo in classifica. D'altronde Ecco, che già nel titolo annuncia l'indispensabile e salvifica volontà di sintesi, non ha fatto tempo a uscire che già era al primo posto su iTunes, piazzamento inconsueto per chi non esonda ovunque con campagne pubblicitarie virulente e ossessive. Insomma, ora a 44 anni, dopo esser entrato nel mondo della musica facendo il roadie di Alberto Fortis nel 1986, Niccolò Fabi ha quadrato il (proprio) cerchio trovando l'aderenza perfetta tra i testi delle canzoni, la musica e fors'anche lo spirito del tempo.

Perciò, quando giorni fa ha deciso a Milano o Roma o Napoli di fare concerti con Roberto Angelini e Pier Cortese prima ancora di iniziare un tour da solo (a gennaio), Niccolò Fabi ha presentato la sua nuova carta d'identità artistica, che discende - ovvio - dai dolori e da successi del passato come Vento d'estate. Ma che lo illumina della luce inedita di chi, dopo vent'anni di carriera, è di nuovo debuttante.

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