"Ribellione", il digitale, youtuber e poesia. È "Tempo di libri", molto pop e poco snob

Nuove le date, la location e il direttore. Il programma? Più vario dei soliti festival

"Ribellione", il digitale, youtuber e poesia. È "Tempo di libri", molto pop e poco snob

Buona la seconda. Tempo di Libri, fiera internazionale dell'editoria nata lo scorso anno dalla volontà dell'Aie (Associazione italiana editori) di trovare nella «sua» Milano uno spazio alternativo al Salone torinese, ha fatto tesoro degli errori del debutto e cambiato la formula. Nuove date (dall'8 al 12 marzo, senza ponti vacanzieri a rosicchiare gli ingressi), nuovi spazi (a Fieramilanocity, non più nella periferica Rho), nuovo slancio (la nomina di Milano città creativa Unesco per la Letteratura, la collaborazione con la prestigiosa Buchmesse di Francoforte che porterà operatori stranieri) e un nuovo direttore: Andrea Kerbaker, scrittore, appassionato bibliofilo se non avete mai visitato la sua Kasa dei Libri, in porta Nuova, fatelo e, quel che più conta, divulgatore culturale allergico agli snobismi.

Prendiamo in prestito le sue parole per descrivere una rassegna che conta 650 appuntamenti, 900 autori, un ricco calendario dedicato alle scuole e ai lettori più giovani (ricordiamoci che la letteratura per l'infanzia è la spina dorsale del settore) e poi incontri professionali, compreso uno spazio per la contrattazione dei diritti, come nelle fiere importanti: «Sarà una manifestazione inclusiva, leggera, allegra, varia», ha detto Kerbaker. Una fiera nazional-popolare di qualità, «alla Baglioni sanremese», fin nei temi, uno per ciascuno dei cinque giorni, perfetti per incuriosire chiunque: Donne (8 marzo, ovvio), Ribellione (il 9), Milano (il 10), Libri e immagine (l'11), Mondo digitale (il 12).

L'editoria italiana, forte di un aumento annuo del 5.8% del fatturato del settore (Lombardia in testa, per numero di case editrici e volumi pubblicati), sa che non può guardarsi l'ombelico: ineludibile il confronto con l'attualità e la questione femminile. L'incontro da non perdere il primo giorno? Quello con l'irriverente Elise Thiébaut (Questo è il mio sangue, Einaudi). I cinquant'anni del '68 si sentono: nella seconda giornata si parla molto di politica, di primavere arabe con Yasmine El Rashidi, si discuterà di elezioni con i tanti giornalisti presenti e di «rivoluzionari» in senso lato. Guest star: John Grisham, che ha ridisegnato il legal thriller. Terzo giorno made in Milan, con due interventi dal Duomo (uno dell'arcivescovo Monsignor Delpini, uno del cardinal Scola). La chicca: maratona di lettura di Addio alle armi, omaggio al periodo milanese di Ernest Hemingway, all'epoca volontario in città della Croce Rossa Americana. Domenica strapop: si ragiona sull'immagine con Pupi Avati, Silvio Muccino, Frassica, Philippe Daverio, Sofia Viscardi (la youtuber 19enne presenta per Mondadori il suo Abbastanza: code assicurate) mentre lunedì si riflette sul digital, tra un'arguzia di Manfred Spitzer (Demenza digitale, Corbaccio) e i commenti di youtuber italiani (e i Telegatti). Nonsolopop: l'Associazione librari d'Italia darà spazio a libri rari e preziosi, Marco Balzano proporrà poesia, Stefania Vitulli si dedicherà alla scuola di lettura creativa, Alessandro D'Avenia parlerà d'amore e ai giovani, scrittori come Mario Baudino e Marco Belpoliti faranno da guida tra gli stand...

Si comincia il 7 sera con una festa (con birra e letture di celebri

incipit letterari da parte di studenti universitari) e si chiude il 12 con l'ascolto del primo e dell'ultimo canto del Paradiso letti (in una vecchia registrazione) dall'ineguagliabile Vittorio Sermoni. Ed è perfetto così.

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