Se il «genio» si rivela un maleducato

È lunedì sera 27 febbraio alla sala Verdi del Conservatorio di Milano ci sono più di mille persone che aspettano trepidanti il concerto del maestro ungherese Andràs Schiff. Andràs Schiff è ungherese anche se oramai la sua dimora è tra le colline fiorentine e quindi il nostro bel paese è divenuto il suo luogo scelto per vivere. Il concerto prevede un programma shubertiano e il maestro ungherese attacca con la Sonata D845 ma improvvisamente un suono, anzi un rumore. Un uomo tossisce ed il maestro si ferma agitando il suo fazzoletto bianco. In fondo alla sala un altro colpo di tosse; il maestro si alza e se ne va. La gente applaude e lo richiama ai suoi doveri di artista. Schiff rientra risentito e innervosito ed in un italiano pressoché perfetto dà degli ignoranti e maleducati a coloro che lo hanno disturbato. «Tanta gente è venuta per ascoltare, sono pochi quelli che disturbano», dice al microfono: «chi non sta bene farebbe meglio ad andare a casa» chiosa il pianista ungherese.

Sicuramente un colpo di tosse può certamente dare fastidio e rompere la concentrazione durante un concerto di piano ma a me, francamente, il maleducato è sembrato Schiff. Peccato quando un genio manca di rispetto al suo pubblico.

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