Sempreverde Un ragazzo di 56 anni

«Ho cambiato vita: molte più sere a casa, tranquillo». Miguel Bosè si presenta a Milano - per officiare l'uscita del suo ultimo album di duetti Papitwo armato del suo tradizionale pallore, di un italiano dominato al 90% di ciò che si può considerare perfezione e di un nuovo ruolo: quello di popstar internazionale trasformato in papà di due gemelli. Cinquantasei anni per un nato nel '56, come se la matematica ci tenesse a specificare che questo è un momento speciale, e che ci sono - come dice lui - «due esseri a chilometraggio zero che dipendono da me» ma anche «tre generazioni di persone che hanno ascoltato la mia musica, e che amano comprare i miei dischi, venire ai miei concerti, sobbarcandosi spese di biglietto, e, i più maturi, pure baby sitter». Nuovo disco e nuovi live in arrivo per il «ragazzo» (così ancora si definisce) Miguel: ultimamente a Madrid ha raccolto 16.000 persone attorno al palco e, spiega lui stesso, «col mio team stiamo studiando uno show spettacolare, visivamente di estrema allegria. Papitwo - 14 duetti insieme ad artisti e amici come Penelope Cruz, Alejandro Sanz e i nostri Tiziano Ferro e Jovanotti - giunge nei negozi a cinque anni dal primo progetto a duetti, Papito, due milioni di copie vendute nel mondo, e a due anni da Cardio, ultima fatica discografica. Tra i duetti imprevedibili, Bosè cita quello con Penelope Cruz: «Siamo amici, lei era felice di cantare con me: a 12 anni andava a scuola con le mie foto nel diario, cantando le mie canzoni». E poi ci sono Tiziano Ferro e Jovanotti, gli amici italiani: «I loro duetti sono gli unici realizzati a distanza, sfruttando la tecnologia, gli altri sono stati fatti tutti a Madrid.

Tiziano verrà a Natale a cantare con me nella tv spagnola, Lorenzo più avanti». E nel terzo Papito del futuro Miguel ha già due italiani da corteggiare: «Franco Battiato sicuramente e poi mi piacerebbe coinvolgere Nek».

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