Di Elisabetta d'Asburgo, meglio conosciuta come Sissi, il grande pubblico ricorda l'immagine edulcorata dei film degli anni Cinquanta che vedevano protagonista Romy Schneider.
Un ritratto più conforme alla donna malinconica e ribelle che fu è quello realizzato da un film, Corsage, candidato austriaco ai prossimi premi Oscar, e da una serie tv targata Netflix intitolata L'imperatrice, già presente sul palinsesto del canale di streaming.
Irrequieta e ribelle, Sissi era lontanissima dall'immagine femminile ottocentesca. Aveva un tatuaggio a forma di ancora sulla spalla, si esercitava agli anelli o a cavallo due o tre volte al giorno, beveva vino a colazione, aveva vari amanti e si iniettava eroina. Insofferente alla vita di corte, era sempre in viaggio, spesso in Ungheria, Grecia e Inghilterra, scriveva poesie, cacciava e scalava le Alpi, leggeva Shakespeare e faceva bagni caldi nell'olio di oliva per preservare il suo incarnato. Era ossessionata dal suo aspetto fisico, tanto da rifiutarsi di posare per i ritratti - e le prime fotografie - una volta compiuti i trent'anni.
Corsage, interpretato da Vicky Krieps, racconta anche questo aspetto. «Crescendo in Austria ho conosciuto la Principessa Sissi come un'attrazione turistica - dice la sceneggiatrice e regista del film, Marie Kreutzer - eppure quella donna è ancora oggi un mistero. La sua figura può essere reimmaginata e reinterpretata, i buchi lasciati dal tempo nella sua storia possono essere riempiti con la fantasia perché negli anni si sono susseguiti tanti gossip sul suo conto ed è impossibile sapere che cosa sia vero e che cosa no».
E infatti in Corsage la sceneggiatrice e regista si prende più di una licenza nel raccontare il destino della triste sovrana. Chi ha in mente i film con Romy Schneider che ogni anno vengono proposti dalla tv generalista resterà sconcertato. Il lungometraggio di Kreutzer, che in Italia arriverà il 7 dicembre, racconta un periodo della vita della sovrana molto specifico, quando, intorno ai quarant'anni, l'insofferenza per la vita di corte si fece più acuta e il suo comportamento più erratico. Corsage significa «corsetto» in tedesco. Un vero strumento di tortura per l'attrice lussemburghese Vicky Krieps, che per dare autenticità alla sua Sissi ha deciso di indossarlo per tutto il tempo delle riprese. «Non riesci a respirare, la costrizione è più sul tuo plesso solare che sul punto vita. Stavo per rinunciare al progetto per la fatica e il dolore provati con quel corsetto». La regista ha persino notato un cambiamento nell'umore della sua protagonista: «Era diventata più impaziente, soprattutto con chi si occupava di farle indossare il corsetto. Come se il malessere fisico le cambiasse l'umore e il carattere». Non che il film voglia dare una giustificazione ai comportamenti stravaganti della sovrana, ma che quella costrizione agisse sul benessere psicofisico delle donne del tempo è un fatto.
Sul debutto a corte della ragazza si focalizza invece la miniserie di Netflix L'imperatrice, in sei episodi firmati dalla showrunner tedesca Katharina Eussen. La serie racconta l'arrivo a corte di Sissi e la storia d'amore con l'imperatore Francesco Giuseppe che avrebbe dovuto sposare la sorella Elena, ma che si innamorò di lei appena la vide. Elisabeth era molto più alta e più giovane di lui, e la sua bellezza lo folgorò. La loro fu una relazione sentimentale autentica, non intaccata dai successivi tradimenti da parte di entrambi e nemmeno dalle intemperanze della imperatrice, tormentata dalla tubercolosi che andò a curare a Madera e Corfù, e dalla depressione, acutizzata negli ultimi anni della sua vita dal suicidio del figlio Rodolfo. Spesso in viaggio sul suo panfilo Miramar, si faceva legare alla prua con il peggior maltempo: «Mi comporto come Ulisse, perché le onde mi attraggono - scrisse in una delle sue poesie - sono un gabbiano senza terra, non esiste un posto che possa chiamare casa. Io volo, di onda in onda». Elisabetta venne uccisa da un anarchico italiano, Luigi Lucheni, il 10 settembre 1898. Aveva sessant'anni.
«C'era una forza creativa e appassionata in lei.
Nelle biografie ufficiali il carattere di Sissi è descritto con aggettivi come difficile, fragile, bipolare e melanconico - spiega Katharina Eussen - ma erano giudizi figli del loro tempo e Sissi era molto più avanti, quasi una creatura arrivata dal futuro. Era una donna che voleva di più per sé stessa. Come individuo, come moglie e come leader».
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