La spinta dei settantamila per spezzare il tabù inglese

Per ora la paura è solo quella della neve. Per la prima dell’Olimpico nel Sei Nazioni, Roma deve fare i conti per ora soprattutto con il piano d’emergenza. Saranno almeno in settantamila per la sfida agli inglesi (diretta Sky Sport2 ore 17 – differita La7 alle 19). Venduti tutti i biglietti di tribuna, pacchetti ospitalità compresi. Rimasti solo gli strapuntini, nelle due curve. Una marea umana che non sembra fermarsi neanche di fronte all’obbligo di catene a bordo imposto dal sindaco della Capitale. L’operazione Olimpico è riuscita, un po’ come a San Siro quando sbarcarono gli All Blacks. È la prima volta da padrone di casa per Jacques Brunel, il nuovo commissario tecnico. C’è curiosità e forse anche una vena di ottimismo, al di là della sconfitta di sabato scorso a Saint Denis contro la Francia. È il gioco che incoraggia. Un’Italia che muove il pallone, che non ha paura di attaccare, che ha riposto nell’armadio la corazza della squadra catenacciara, corazza ormai arrugginita sotto la guida di Nick Mallett. La strada è lunga, ricorda Brunel e con l’Inghilterra siamo solo alla seconda tappa. È l’unica europea contro la quale non abbiamo mai vinto, tantomeno nel Championship. Ma quella che arriva all’Olimpico è una squadra indecifrabile che tra infortuni e rivoluzioni interne rischia anche contro gli azzurri. Non hanno brillato al debutto contro la Scozia nella tradizionale «caccia al pavone» della Calcutta Cup. Hanno in compenso la solidità della squadra che guarda all’essenziale, ovvero mettere il naso davanti agli altri al triplice fischio finale.
La spinta dei settantamila potrebbe trasformare così la sfida in una corsa in salita per i bianchi di Stuart Lancaster. Di fatto il coach degli inglesi si gioca la riconferma proprio nel Sei Nazioni. È un allenatore a tempo. Su di lui la minaccia nenache troppo velata di un cambio a giugno e tra i candidati ci sono proprio Mallett e l’altra vecchia conoscenza del rugby azzurro, John Kirwan. Vincere vorrebbe dire evitare la fine di Capello, ovvero una graticola pronta ad arrostire gli ultimi mesi prima del passo d’addio. E questo senza mettersi a difendere tra l’altro capitani di giornata.
Brunel non ha di questi grattacapi. Sta cercando di mettere insieme i pezzi di una squadra che vorrebbe vedere al più presto competitiva. Per questo cambia poco rispetto alla sfida dello Stade de France. Bortolami dal primo minuto nel match che segna la sua novantesima presenza in azzurro e Gonzalo Canale che ritrova il suo posto tra i centri.
C’è fiducia nel gruppo: «Vincere darebbe un’enorme spinta al nostro movimento. - dice Sergio Parisse che contro l’Inghilterra raggiunge Giovanelli e Bollesan nel club dei capitani di lungo corso. - Nessuno pensava che lo scorso marzo potessimo superare la Francia, oggi invece tutti si aspettano una nostra vittoria contro l’Inghilterra. – aggiunge - Ma non sarà facile.

Noi andiamo in campo certo non per cercare onorevoli sconfitte ma per fare risultato». I settantamila dell’Olimpico saranno la spinta in più per portare avanti il pallone. Alle idee di Brunel il compito di trasformare i metri in oro.

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