Allegri senza paura: "Juve, portami a Berlino Una partita così non capita tutti i giorni"

"Non possiamo pensare di gestire noi il gioco. Ma serve coraggio" Pirlo: "Voglio giocarmi la Champions dove ho già vinto un Mondiale"

Allegri senza paura: "Juve, portami a Berlino Una partita così non capita tutti i giorni"

In quattro l'hanno già vinta. Gli altri la sognano, perché è ovvio che sia così. Evra, Pirlo, Tevez e Morata hanno già avuto la fortuna di alzarla al cielo e stasera saranno tutti in campo dal primo minuto: stadio Santiago Bernabeu, casa del Real Madrid, per una partita che non ha bisogno di nulla se non di essere giocata. In palio il viaggio a Berlino che vale la finale della Champions League: la Juventus parte dal 2-1 dell'andata, il Real Madrid in casa è una macchina da guerra (dal 27 aprile 2011 a oggi, le merengues hanno sempre segnato almeno un gol negli impegni europei) ma non ci sarà nemmeno il tempo di spaventarsi. Dovesse accadere, tanti saluti ai sogni: serviranno invece concentrazione, cattiveria e capacità di soffrire. Servirà un'impresa, ecco. Di quelle che poi restano negli annali del calcio. La Signora non vede l'ora di mettersi alla prova al cospetto dei campioni in carica, magari non al top ma sempre con un carico di gloria e fama da fare invidia a chiunque: arriva al match più affascinante della stagione avendo subìto appena sei gol in undici partite, Madama. Cifre che qualcosa vogliono dire ma certo non offrono garanzie assolute e ci mancherebbe altro: troppe le incognite perché sia così, troppo aride le statistiche per introdurre una serata che andrà centellinata, respirata, sviscerata e magari goduta.

Per alcuni potrebbe essere l'ultima (penultima?) chance di salire - o risalire - sul tetto d'Europa: Pirlo, che la coppa l'ha vinta due volte ai tempi del Milan - ha già detto che potrebbe salutare la compagnia in caso di trionfo a Berlino, probabilmente lo stesso pensiero che ha anche Tevez pur senza averlo mai esplicitato. E' una squadra matura la Juve di oggi, con tanti giocatori intorno alla trentina e oltre, consapevoli di essere di fronte all'occasione della vita. Intorno a loro, i superbaby Morata e Pogba: titolari entrambi a meno di cataclismi, 23 anni da compiere il primo e 22 appena compiuti il secondo. Con loro e grazie a loro si cercherà di costruire una serata non di sole barricate: talento e sfrontatezza, più gambe, cervello e disponibilità totale. «Non penso assolutamente a un ritorno al Real - ha detto l'attaccante ad “As” -. Voglio soltanto che la squadra passi il turno». Ai suoi ex compagni ha già segnato all'andata, concedere il bis non avrebbe prezzo anche se magari inguaierebbe Ancelotti che in lui ha sempre creduto: «Lo ringrazio anche per quei pochi minuti concessimi durante la finale contro l'Atletico Madrid. Per il resto, non credo di dover dimostrare nulla a nessuno». Cuore duro, ma così deve essere in certi momenti. «Vincere la Champions con la Juventus sarebbe un sogno - ha ribadito Pirlo - E farlo a Berlino, dove ho vinto la Coppa del Mondo, sarebbe speciale». Berlino, appunto: dove nel 2006 c'erano anche Buffon e Barzagli, due highlander veri. «Pensare di non prendere gol suona ambizioso, uscire dal campo con un risultato favorevole è la cosa più importante», ha spiegato ieri il portiere. «Dovremo rimanere tranquilli, consapevoli di potercela fare - il parere di Allegri -.

Per me si tratta della partita più importante: una semifinale di Champions non capita tutti i giorni, anzi». Motivo in più per non sbagliarla. «Non possiamo pensare di gestire la partita, contro il Real è impossibile. Giochiamocela, con coraggio e sapendo che nessuno pensava potessimo arrivare fin qua».

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