La notte trionfale di Wembley - scrigno dei nostri ricordi - è lontana ben più dei 27 mesi di quanto non dica il calendario. Anche se gli azzurri c'erano tornati circa un anno dopo per una sfida di Nations League. Se da tempo è finita l'epoca della riconoscenza per quegli eroi, stasera saranno appena tre i titolari reduci dalla storica finale. La nuova visita al tempio del calcio, dove strappammo alla Nazionale dei Tre Leoni padrona di casa il titolo europeo, non rappresenterà un dentro o fuori come nel luglio 2021 ma sicuramente una gara nella quale «vogliamo superare i nostri limiti e assumere gli atteggiamenti che rendono felici le persone che ci guardano» (Spalletti dixit).
Dopo il ko di Napoli con l'Inghilterra, ai titoli di coda dell'esperienza di Mancini ct, la gerarchia del girone di qualificazione a Euro 2024 sembrò già scritta. Stasera con un successo, difficile ma non impossibile, potremmo rimetterla in discussione (saremmo in testa alla classifica), anche se sarà - salvo clamorose sorprese - la sfida di Leverkusen con l'Ucraina del 20 novembre a decidere il pass. «Ma non bisogna pensare alle partite successive, lì sono capaci tutti poi di mettersi in mostra. La qualificazione si gioca a Londra, questa è la partita comfort», alza l'asticella il ct. Il suo Napoli tricolore è stato studiato persino dal collega Southgate, avversario di stasera.
Nella terra degli «allibratori», saremo orfani di Tonali e Zaniolo, indagati dalla Procura come presunti giocatori su siti illegali (e subito dopo la gara Corona sarà in tv a fare altri nomi). Affrontiamo dunque l'Inghilterra senza due elementi della loro Premier, dalla quale è scappato Scamacca, il centravanti scelto dal ct («è più pulito tecnicamente e come qualità nello stretto») e nella quale è da poco approdato Udogie. Il giovane terzino del Tottenham farà il suo esordio da titolare in azzurro, proprio per la sue doti fisiche e tecniche («il ragazzo è pronto, ha un motore incredibile»). E un emozionato Spalletti descrive «un sogno essere ct a Wembley, dove noi dobbiamo a andare a prenderci qualcosa di indelebile come fu l'abbraccio tra Mancini e Vialli, dobbiamo essere nelle condizioni di superare qualsiasi ostacolo».
ambierà pelle alla sua Italia rispetto a quella non scintillante ma concreta vista contro Malta con sette, forse otto, i cambi nell'undici di partenza: confermati i soli Donnarumma, Barella (eroi due anni e mezzo fa) e Berardi, entrano tra gli altri il fido Di Lorenzo - un altro dei titolari di Wembley 2021 -, Cristante in regia e il bomber delle ultime gare in azzurro Frattesi.
La rifinitura di Coverciano è stata preceduta dal rito nato dopo la «bufera»: tutti in cerchio abbracciati l'uno all'altro e l'urlo di incitamento lanciato dal capodelegazione Gigi Buffon che scandisce l'inizio di ogni allenamento: «La maglia azzurra, siam pronti alla morte, noi siamo l'Italia (Italia ripetuta tre volte)».
Su come affrontare l'Inghilterra dello spauracchio Bellingham, il ct azzurro era già stato chiaro all'inizio del raduno: «il troppo rispetto ci rende deboli, non ci presenteremo a Wembley contro quelli che hanno inventato il calcio senza volere fare il nostro calcio. Un calcio libero e moderno». Le premesse sono le migliori...
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