Con un nome così è destinato a fare la storia, nella speranza che finisca per indossare davvero la maglia azzurra. Paolo Napoleon James Banchero è una delle stelle, forse la più luminosa, che domani scenderà in campo nelle finali NCAA, il torneo universitario statunitense di pallacanestro che vedrà impegnate a New Orleans le quattro squadre rimaste ancora in corsa: Duke, North Carolina, Villanova e Kansas. È uno degli eventi sportivi più seguiti negli Usa, ma quest'anno raggiungerà anche l'Italia, visto che per la prima volta ci arriva come protagonista assoluto un ragazzo con nome, cognome e passaporto italiano.
Paolo Banchero ha 19 anni ed è una matricola dell'università di Duke, allenata da Mike Krzyzewski, il santone di 75 anni arrivato alle Final Four all'ultima stagione della carriera. «È un giocatore speciale, facile da allenare», la benedizione di coach K, che fra Duke e team Usa ha allenato una sfilza di campioni, fra cui Kobe Bryant e LeBron James. Eppure, dice che come Banchero ne ha visti pochi: «Gli ho detto che deve parlare di più, perché pensa sempre cose intelligenti e dirle lo aiuterà a diventare un leader migliore. Continuerà a migliorare, ma è una stella e su questo non ci sono dubbi. Perché è a suo agio col pallone in mano, e non è comune con la sua stazza (208 cm per 113 kg, ndr). E poi è unico e già adesso si vede che ha la testa giusta. Ha avuto degli ottimi genitori, è stato tirato su davvero bene».
Paolo è figlio di Rhonda Smith, una cestista americana, e di Mario Banchero, un ex giocatore di football alla University of Washington a Seattle, città dove è nato e cresciuto il nuovo fenomeno del basket che, grazie alle origini liguri del papà, potrà giocare in Nazionale. Nel 2020, Paolo ha ricevuto la cittadinanza italiana, a conferma della sua volontà di giocare per il Paese del bisnonno, nato in provincia di Genova. Purtroppo, non è ancora riuscito a debuttare in maglia azzurra. Lo avrebbe fatto l'anno scorso al Torneo Preolimpico, ma aveva dovuto rinunciare a causa degli impegni accademici. Lo farà all'Europeo di settembre che per l'Italia inizia a Milano? Non è affatto sicuro. Quel che è certo, invece, è che può essere la stella del basket italiano per il prossimo decennio.
Visto l'enorme talento di cui dispone, intanto ha già deciso di passare subito in Nba. Dove ci arriverà da prima, seconda o, mal che vada, terza scelta assoluta al draft 2022. L'Nba già lo ama per il suo talento difensivo, per l'atletismo e per la capacità di giocare bene in tutti i ruoli, nel senso che vede il gioco come un playmaker, tira come una guardia e sotto canestro domina come un centro.
Lo ha dimostrato in questa stagione in cui ha tenuto una media di 17 punti, 7 rimbalzi e 3 assist a partita. Il picco lo ha raggiunto con i 22 punti segnati il 25 marzo contro Texas Tech, che hanno permesso a Duke di accedere alla fase finale. Ora tocca solo l'ultimo passo prima del grande salto.
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