Buffon, la Juve e il gol-fantasma: «Quell'arbitro è un fenomeno»

Buffon, la Juve e il gol-fantasma: «Quell'arbitro è un fenomeno»

Torino Non potranno mai dirlo apertamente: ma anche i giocatori (soprattutto?) non ne possono più delle polemiche, dello scudetto del 2006 e del recente calcio scommesse con sproloqui annessi e connessi. «Credo che alla fine il calcio giocato sia veramente la miglior medicina per il calcio stesso, per il tifoso e per tutto il mondo che gira intorno a noi - ha detto ieri Buffon a Sky -. L'inizio del campionato è la cura migliore, una sorta di liberazione». Che fa rima con «gli scudetti che abbiamo vinti sul campo li sentiamo nostri, se poi altri decidono diversamente per noi cambia poco»: ragionamento sempre targato Buffon ed espresso più volte con pacatezza.
Assente nella prima di campionato per un problema muscolare in via di risoluzione, Buffon ha assistito da spettatore all'innovazione degli arbitri di porta: «Ci voleva, anche se devo dire che in occasione del gol-non gol contro il Parma è stato realmente bravo: un fenomeno. A me in televisione non sembrava rete. Alla fine si tratta però sempre di un essere umano e capiterà che l'occhio non possa vedere se la palla ha battuto per due millimetri al di qua o al di là della riga. Qualche errore ci sarà ugualmente, ma si potranno giudicare meglio certe respinte o deviazioni: due occhi in più faranno in modo che ogni tipo di intervento non lecito venga limitato». Nessun riferimento al non-gol di Muntari dello scorso febbraio, ma ormai quella è acqua passata. Guardare avanti è un obbligo, anche sulla vicenda Conte: «Se ridirei “meglio due feriti che un morto”? Bisogna fare un distinguo quando si buttano le persone in un calderone, perché c'è chi ha fatto questo e chi cose molto peggiori. C'è chi si è comportato da delinquente: qualunque sia la sua colpa, se mai venisse a galla, non è sicuramente quella di un farabutto come magari si è voluto far passare in maniera troppo superficiale». Meglio il calcio giocato, sempre e comunque. Con la Champions in testa: «Finalmente, dopo tre anni, ci riproporremo sul palcoscenico europeo con la consapevolezza che ci sono due o tre squadre più forti di noi: con le altre ce la potremo giocare tranquillamente».


Nei primi impegni mancherà comunque Lucio (lesione del legamento peroneo-astragalico anteriore), senza che però la Juve torni obbligatoriamente sul mercato visto che la sua assenza non dovrebbe superare i due mesi. Nel caso, potrebbe comunque arrivare Peluso. Quanto all'attaccante, siamo a una margherita con tre petali: Llorente (sempre più ai margini nell'Athletic Bilbao), Dzeko o Borriello.

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