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Appaiono curiose e per certi aspetti paradossali le affermazioni con le quali Charlie McCreevy, commissario europeo per il Mercato interno, ha risposto a una interrogazione dell’eurodeputato inglese Roger Helmer, fatta a uso e consumo di quei bookmaker del Regno Unito che vogliono lavorare in Italia senza osservarne le procedure. Scrive Helmer: «I monopoli degli Stati stranieri riescono a sfruttare la situazione negli Stati membri in cui il gioco d’azzardo è regolato da leggi liberali, come avviene nel Regno Unito, pubblicizzando i loro servizi in quei territori e, allo stesso tempo, impedendo alle imprese britanniche di offrire servizi nei loro mercati interni». Nella sua risposta McCreevy fa presente che «la Commissione ha avviato procedure di infrazione nei confronti di dieci Paesi e che, grazie a queste iniziative, alcuni Stati hanno già modificato le proprie discipline e altri hanno avviato un processo di revisione». Poi aggiunge: «La giurisprudenza della Corte ha affermato che la materia delle scommesse sportive ricade nella fattispecie dell'articolo 49 del Trattato. Ma è altrettanto assodato da tale giurisprudenza che gli Stati godono di un margine di discrezionalità nel regolare il settore a patto che assicurino il rispetto del Trattato con restrizioni necessarie, proporzionate, non discriminatorie e giustificate da interessi generali».
Con il nostro Paese le cose non sono andate in questa direzione perché la regolamentazione, dettata da principi di ordine pubblico e fiscale, è stata ritenuta discriminatoria dall’Ue. Si ha la sensazione, e forse qualcosa di più, che il nostro Governo non si sia battuto a sufficienza per difendere le regole che si era dato. Su questo tema Maurizio Ughi, presidente di Snai SpA, è intervenuto a una tavola rotonda organizzata dall’Economist affermando: «A fine anno la raccolta dei giochi potrebbe superare i 50 miliardi di cui una decina destinati all’Erario. Nel 2004 si era a 10 miliardi. A riprova che il settore dei giochi e delle scommesse può andare avanti con una corsa accelerata, basta che non sia ostacolata dalla burocrazia».
In questa ottica le scommesse sportive continuano a macinare record: ad agosto sono arrivate a 244,6 con un incremento di quasi il 75% rispetto allo stesso mese del 2007. Snai prosegue nel suo trend di crescita conquistando il 39,1% del mercato, a giugno era a 36,9%.

Ai posti d’onore Lottomatica con una quota dell’11,9%, che sale al 16,5% con l’acquisizione di Totosì, e Match Point (10,9%). Gli scommettitori hanno vinto 202 milioni sui 244 giocati, vale a dire l’82,8%. Niente male come ritorno. Ecco perché questo mercato va fortissimo.

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