
Non ha molto tempo a disposizione eppure aspetta, come la notte di Natale, che passi la Lazio e arrivino le prime due settimane libere per lavorare e allenare come non gli è mai successo prima per via delle cadenze, una partita ogni 3 giorni. «Comincerà allora il nostro campionato» esagera forse Sergio Conceiçao e cesella l'argomento con una battuta («se avrò tempo») perché è consapevole del fatto che un'altra batosta dopo le due consecutive di Torino e Bologna peggiorerebbe le sue quotazioni già molto ridotte rispetto ai primi giorni di lavoro con il Milan. Nel frattempo, come ammette lui stesso, c'è un solo modo di rialzarsi dopo il ko di Bologna. «Senza aggrapparsi alla sfortuna o agli errori di altri (arbitri, ndc) ma vincendo le partite e tenendo alta la concentrazione fino all'ultimo secondo di partita, tempo nel quale abbiamo subito l'80% dei gol, aumentando al 150% l'impegno di tutti» è la ricetta del portoghese. Sembra facile, scontata ma è invece un po' complicata da realizzare visti i precedenti di questo gruppo che non riesce ad avere continuità tra un tempo e l'altro, figurarsi lungo una striscia di sfide in arrivo durante il mese di marzo, preparazione all'aprile con i due derby di coppa Italia.
«Anch'io devo dare di più» è la precisazione di Conceiçao che continua a presentare le credenziali della sua carriera, da calciatore prima e da allenatore poi, nel tentativo di far capire che non è proprio l'ultimo arrivato. Forse, a parziale spiegazione dell'attuale rendimento, c'è anche il fatto che è arrivato da un calcio diverso e che per ambientarsi in quello italiano non possono bastare i ricordi retrodatati. Di sicuro l'allenatore ha il tempo per smentire, pubblicamente, le maliziose accuse sulla scelta ripetuta di Joao Felix perché gestito dal suo amico procuratore Jorge Mendes. Ecco la ricostruzione inedita: «A Bologna doveva giocare Pulisic al suo posto, poi è arrivato il medico e mi ha detto che l'americano non poteva cominciare la partita. Dobbiamo gestire Pulisic. E da Joao Felix voglio di più, deve essere decisivo senza restare lontano dalla porta». Dopo la Lazio sarà possibile cambiare anche il sistema di gioco ma nel frattempo «non ci sto a perdere, io provo la stessa angoscia dei tifosi» racconta quasi a richiedere il sostegno dei tifosi proprio mentre la curva sud fa sapere che entrerà con 15 minuti di ritardo allo stadio minacciando «di abbandonare totalmente se non vedremo cambiamenti significativi». Questo vuol dire che sarà un'altra tappa del calvario milanista, con uno stadio diviso e silente.
Con appena 72 ore a disposizione dalla sera di Bologna anche lo schieramento di questa domenica è tutto da decidere «perché ho allenato solo 12 calciatori, gli altri reduci dalla partita hanno dovuto recuperare le energie» la spiegazione di Conceiçao.
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