Il vento sta cambiando. La serie A che non conosce più lo zero a zero, solo una partita conclusa a reti inviolate su settanta disputate, Carpi-Napoli. La classifica cannonieri che piazza tre azzurri tra i primi cinque. E l'estero che regala solo buone notizie. La giostra del gol gira che è una meraviglia e Antonio Conte c'è salito al volo.
E ha voluto esagerare convocando nove attaccanti, diventati otto dopo il forfait di Berardi. Un'enormità per due partite, ma una necessità per risolvere una volta per tutte il mal di gol che affligge la Nazionale. Soprattutto per togliere sofferenza in partita, poi anche per risalire un po' la classifica delle squadre europee più prolifiche. L'Italia attualmente è ventiduesima con un undici gol all'attivo in un classifica che sul podio mette Polonia (29), Inghilterra (26) e Spagna (22).
Non un bel biglietto da visita in vista degli Europei. E allora chi ne ha più ne metta. Anche perché Conte tanta abbondanza nel suo anno da ct non l'ha mai avuta. Infatti un anno fa di questi tempi gli attaccanti azzurri (cinque convocati) nei rispettivi club e in campionato avevano prodotto la pochezza di otto gol. Adesso al netto di Sebastian Giovinco che ha giocato trenta partite negli Usa e segnato la bellezza di 21 reti, può sfruttare la miglior partenza di sempre di Insigne, già eguagliato il suo record di gol in serie A, l'Eder capocannoniere e Simone Zaza che dopo le difficoltà iniziali si sta ritagliando uno spazio alla Juve con tanto di primo gol assoluto in Champions. E poi c'è quel Graziano Pellè, miglior realizzatore del nuovo corso post fallimento Brasile 2014, che nell'ultimo turno della Premier League ha fatto traballere e non poco la panchina di Josè Mourinho.
Quindi un Conte che finora nella sue esperienza da commissario tecnico non ha conosciuto l'imbarazzo della scelta e allora questa volta per non sbagliare li ha chiamati tutti, tranne Mario Balotelli per una scelta precisa al di là dell'infortunio. La parola d'ordine è continuità, «perché non bastano due tre partite buone» per attraversare i cancelli di Coverciano. Convocazioni extralarge ma che ha finito per confezionare un reparto che per dirla con le parole di Fabio Quagliarella: «L'attacco azzurro è un bel mix, ci sono prime punte forti fisicamente come Zaza e Pellè e tanti esterni di qualità, insomma è un reparto molto tecnico e forte». L'attaccante granata è al ritorno in nazionale, l'ultima partita giocata in azzurro risale addirittura al novembre 2010. Ma è l'esempio di come Conte non abbia preclusioni di alcun tipo. Quagliarella aveva detto: «Se serve un vecchietto io ci sono». Eccolo messo alla prova. Un'occasione c'è per tutti. Se la meritano.
Soprattutto davanti dove in un anno si sono alternati una ventina di convocati, senza trovare la combinazione vincente. A questo giro nel mazzo non mancano le carte da giocare, soprattutto per chiudere il discorso qualificazione sabato contro l'Azerbaigian. Conte vuole farlo ritrovando la via del gol.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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