Conte ritrova la parola e... l’amico Allegri: «Non doveva star zitto?»

Conte ritrova la parola e... l’amico Allegri:  «Non doveva star zitto?»

Ci risiamo. Tre giorni di silenzio sono bastati. Così, dopo che lunedì il presidente Agnelli aveva spiegato che la Juve avrebbe dovuto e potuto «vincere contro tutto e tutti», ieri Antonio Conte ha ritrovato la parola e ne ha avute per molti se non per tutti. Stasera, dopo che il Milan avrà già terminato la propria fatica a Parma, la Signora giocherà a Firenze cercando di evitare il settimo pareggio nelle ultime otto partite, ma alla fine sono proprio i rossoneri il bersaglio del tecnico bianconero. Nel mirino, Allegri: «Ho visto che è tornato a parlare del gol annullato a Muntari nello scontro diretto, ma mi pareva avesse detto che avremmo dovuto stare tutti zitti. Noi lo abbiamo preso alla lettera, mentre lui continua a polemizzare: faccia pure, tanto Marotta mi ha incaricato di dirgli che non ci sono problemi». Il riferimento va a un'altra dichiarazione del tecnico milanista, il quale non troppo tempo fa aveva spiegato che per «parlare, d'ora in avanti, chiederò il permesso al dirigente juventino». Una stilettata qua e una là. Un botta e risposta infinito. Arrivando poi alla designazione di Bergonzi - che, in veste di quarto uomo, aveva fatto espellere Conte il 7 marzo a Bologna - come arbitro per stasera: «Premesso che secondo me è un buon arbitro, si tratta di una decisione molto singolare, visto quanto è successo pochi giorni fa e quanto è importante la sfida del Franchi per noi che inseguiamo un sogno e per la Fiorentina che si prepara a giocare la sua partita dell'anno. Se sarà stata una designazione appropriata, lo sapremo soltanto dopo la partita: quando comunque noi non commenteremo il suo operato né, fino a fine stagione, quello dei suoi colleghi». C'è di più: «Visto che alla fine ci lamentiamo tutti, si potrebbe inserire una regola per cui nessun allenatore sia autorizzato a parlare di quanto fanno i direttori di gara pena la squalifica. Così staremmo tutti più attenti».
Comunque sia, Fiorentina-Juventus. Con Amauri avvelenato centravanti viola («lui sa come sono andate le cose e quanto mi ha detto nelle uniche due volte che ci siamo parlati: lo guarderò dritto negli occhi») e il solito ballottaggio bianconero Borriello-Matri: «Non avendo un Ibra in squadra, è una stupidaggine avere gerarchie prestabilite - ha ribadito -. Quelle le fanno gli allenamenti. Se qualcuno patisce certe situazioni, mi dispiace.

Di sicuro dovremmo segnare di più, anche perché tutti i nostri pareggi gridano vendetta come vittorie mancate. Ora mi aspetto che alcuni tiri svirgolati o deviati dal difensore avversario finiscano all'incrocio, come accade agli altri». Ogni riferimento al Milan è puramente voluto.

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