Dopo settimane di sofferenze per l'aggravarsi della crisi del Parma, Roberto Donadoni si toglie qualche sassolino dalle scarpe: "Stiamo diventando ridicoli come Paese agli occhi del mondo". Con queste parole il tecnico dei gialloblu accusa i vertici del calcio per la situazione del suo club. "Qualcuno - ha detto - si prenda la responsabilità di tutto questo, ad oggi non ho visto nessuno che abbia detto 'forse qualche colpa ce l’abbiamo, qualche errore è stato commesso'. È arrivato il momento di fermarsi un attimo e fare qualcosa di concreto perché poi ne avremo vantaggi tutti".
"Sono stanco - ha detto il tecnico - di vedere che si cerca poi di mettere qualche toppa, di metterci una pezza. È arrivato il momento di guardarsi negli occhi e intervenire in modo radicale. Ci sono situazioni che non devono più ripetersi e dall’alto devono prendere coscienza di quel che è successo a Parma o nel passato anche società più piccole. Questa è una nave che sta andando alla deriva e si sta facendo poco, ho l’impressione che ognuno in questa situazione si stia solo preoccupando di coltivare il proprio orticello". Le responsabilità maggiori, secondo il tecnico, sono per i vertici del calcio: "Chi ha il potere in mano - ha detto - deve dare possibilità a tutte le componenti, giocatori, allenatori e arbitri, di poter modificare qualcosa nel momento in cui ci si rende conto che le cose non possono andare avanti in un certo modo. È logico che se si andrà avanti così non c’è speranza".
"Mi sento come una carogna in mezzo al deserto - prosegue Donadoni - con solo avvoltoi e sciacalli intorno. Non spendiamo solo parole, per rispetto della città e dei tifosi. È bello sentirlo dire, ma bisogna fare anche i fatti".
"Nessuno dei vertici federali si è scomodato per vedere quello che succede qui.
Questo è il motivo per cui non si gioca", ha detto il capitano gialloblu Alessandro Lucarelli, a proposito del rinvio della partita di domani, in una conferenza stampa, nella quale ha condiviso l’impostazione con Donadoni.
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