Derby ricchi e poveri La Juve vale 180 milioni e il Torino un quarto

Su mercato dei titolari, rosa completa e ingaggi non c'è match. Cairo: "Loro fatturano 200 milioni, noi cinque volte meno"

Derby ricchi e poveri La Juve vale 180 milioni e il Torino un quarto

Può esserci partita tra undici giocatori che, oggi in un teorico calcio mercato, sarebbero valutati oltre quattro volte i loro avversari? Forse sì o forse no. Perché la palla è rotonda e lo sappiamo tutti. E perché un derby è sempre una bestia strana da capire prima e da domare poi: così almeno vuole la leggenda e così è bello che sia. E allora, nel giorno di Juventus-Torino, tanto vale adattare all'occasione quanto detto da Antonio Conte pochi giorni fa a proposito della Champions League: «Sento dire da Mancini che il Manchester City ha bisogno di dieci anni per vincerla, Ancelotti ne chiede cinque per il suo Psg. Dal momento che loro investono centinaia di milioni quasi ogni anno, in base alla proporzione dei soldi spesi la Juventus non dovrebbe mai vincerla. Il calcio però non è fatto esclusivamente di soldi».

Applausi, ovvio. E discorso che stasera proverà a fare suo il Toro, i cui undici probabili titolari hanno attualmente un valore di mercato di circa 45 milioni. Di contro, gli undici bianconeri sfonderebbero quota 180: per andare ancora oltre, la rosa granata (31 giocatori) farebbe fatica ad arrivare a 60, mentre quella a strisce (27) supererebbe l'asticella dei 310. «La Juve fattura 200 milioni l'anno, noi cinque volte di meno - ha più volte sottolineato Cairo, presidente del Toro -. Non per questo, però, non proveremo a giocarcela».

«L'anno scorso sognavamo di vivere di nuovo l'atmosfera della stracittadina - ha detto ieri Ventura, comandante granata che a differenza di Alessio non si è negato a taccuini e microfoni -. Adesso vogliamo giocarcela. La Juve è la miglior squadra che ci sia, ma mica possiamo pensare che l'esito sia scontato. Fosse così, me ne starei a casa». Il derby della Mole, al momento inferiore solo a quello di Roma per somma di punti tra le due squadre, sarà comunque un gradito ritorno per l'intero campionato, visto quello che i granata rappresentano nella storia del calcio: bianconeri e granata non si affrontano da 1365 giorni, esattamente dal 7 marzo 2009 quando a decidere fu un gol di Chiellini. Da allora il Toro ha abitato la serie B e la Juve è tornata a guardare tutti dall'alto in basso, partendo inevitabilmente con i favori del pronostico anche stasera pur arrivando dal ko di Milano.

Anche la storia recente è tutta con la Signora: i granata non hanno la meglio sui cugini addirittura dal 9 aprile 1995 e non segnano un gol dal 24 febbraio 2002, autore Cauet per il 2-2 finale. Ecco: 550 minuti dopo, il Toro ci riproverà e lo farà con passione, orgoglio e sulla spinta di poco più di duemila tifosi confinati nel solito spicchio riservato agli ospiti. Nessun trattamento di favore per i concittadini, insomma: quello è lo spazio per chi non tifa Juve e così sarà in ogni occasione. «Vincere sarebbe un'impresa pazzesca - ha aggiunto Ventura -. E se segna Meggiorini, entra nella storia del calcio: sarebbe il colmo, e lo dico in senso buono». L'allenatore del Toro fa riferimento ai fischi raccolti nelle ultime settimane dal suo attaccante, ancora a secco in stagione nonostante le undici presenze ma quasi certo titolare anche stasera al fianco di capitan Bianchi.
Dall'altro lato, la coppia d'attacco dovrebbe essere formata da Giovinco e Vucinic: il primo ha giocato derby a bizzeffe nelle giovanili, il secondo all'esordio sotto la Mole dopo averne disputati nove (4 gol all'attivo) con la Roma.

In vista dello Shakhtar Donetsk, avversario mercoledì per timbrare il passaggio del turno in Champions, Pogba e Giaccherini prenderanno quasi certamente il posto di Vidal e Asamoah. Beata abbondanza, insomma. Però è un derby, con quel che (ogni tanto) ne segue.

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