Diavolo, che confusione. E Maldini punta il dito sulle "due proprietà"

Il Dt analizza la stagione: "L'ho detto a entrambe che non siamo strutturati per competere su due fronti"

Diavolo, che confusione. E Maldini punta il dito sulle "due proprietà"
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Perso il volo per Istanbul, sotto casa, a Milano Stefano Pioli ha trovato il Tapiro di Striscia la notizia. L'ha accettato senza fare scene né dimenticare la realtà durissima dell'eliminazione: «Quando vai in alto e cadi ti fai ancora più male». Verissimo. Ha molte ammaccature sulla carrozzeria oltre che sul morale il Milan uscito dal quarto derby del 2023 con la quarta sconfitta, senza riuscire a fare un solo gol all'Inter, incassandone la bellezza di 7. La sintesi è questa: una inferiorità totale, patita nel fisico, nella strategia, nella tecnica e in particolare nella panchina perché alla fine martedì sera l'ingresso di Lukaku ha schiantato la trincea rossonera e promosso il sigillo di Lautaro. Eppure, su un punto, Pioli ha respinto con orgoglio critiche ingenerose. «Abbiamo dato il massimo» ha ripetuto a Staffelli così come ha replicato per le rime a Costacurta che aveva accusato i suoi di «poca voglia». «Non è corretto quello che dici» gli ha risposto. Sui social e non solo, con gli interisti impegnati a invadere e festeggiare in piazza Duomo, è partita la solita caccia all'uomo dello scudetto, accusato di ogni delitto calcistico. Pioli ha commesso alcuni errori di sicuro (primo fra tutti nessuna contromossa al sofferto piano partita di Inzaghi) ma ha scontato gravissimi limiti: 1) le pile scariche del gruppo che ha toccato il vertice più alto di rendimento in aprile durante le tre sfide col Napoli (6 gol fatti, 1 subito); 2) il contributo ridotto a zero del mercato sia estivo che invernale allestito dall'area tecnica.

Nel corso della notte più triste del 2023, preceduto dall'intervento di Gerry Cardinale (messaggi di complimenti prima all'Inter e poi di ringraziamenti ai suoi, ndr), l'analisi di Paolo Maldini ha tenuto banco in tv e sul web perché ha scavato in profondità. «Se il Milan dovesse raggiungere il piazzamento nella prossima Champions league, il voto sarebbe da 8 perché non siamo strutturati per competere sui due fronti e alle due proprietà lo abbiamo detto in passato» la frase civetta accompagnata dalla successiva riferita alle scelte di mercato. «Potevamo scegliere Dybala, abbiamo puntato su CDK per il progetto» ha aggiunto a proposito del proprio lavoro, realizzato in completa autonomia (in quelli precedenti c'era lo zampino, positivo, di Moncada, ndr) e del quale a fine stagione dovrà presentare una valutazione più approfondita. I rinnovi di Ibra e Florenzi, insieme a quello di Messias, non hanno sortito alcun aiuto al gruppo così come gli arrivi di Adli, Pobega, Dest, Vranckx (non sarà riscattato), CDK, Origi. Nel frattempo, oltre all'assenza di Maignan lunga 5 mesi, è sceso il rendimento di Kalulu e Tomori che furono la chiave della tenuta difensiva di uno scudetto fa. Con l'intervento chirurgico a Bennacer (tra sei mesi il recupero), le esigenze sono sotto gli occhi di tutti tenuto conto che già Kessie e prim'ancora Calhanoglu, non sono mai stati rimpiazzati.

È in attivo invece il capitolo dei rinnovi impreziosito dal sì di Leao che molti esperti di calcio-mercato avevano già trasferito a Real Madrid, Chelsea, Manchester City, Psg. Di qui la necessità di rimettere testa e gambe al campionato. Altrimenti il ridimensionamento diventerà inevitabile.

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