Elkann chiude Zemanlandia: "Carrera ha già vinto di più"

A Villar Perosa John Elkann mette a tacere Zeman: "Carrera ha vinto in una partita più di lui in tutta la carriera". Lezionje pure al Napoli: "Segua l'esempio di Cammarelle dopo la sconfitta alle Olimpiadi"

John Elkann a Villar Perosa
John Elkann a Villar Perosa

Villar Perosa, casa Agnelli. E ca­sa Juventus. Dove ieri è andato in scena il solito rito di inizio stagio­ne: migliaia di tifosi incuranti di afa e caldo assiepati lungo le vie che portano al campo sportivo (immancabile anche la bandiera del Toro, sempre sullo stesso bal­cone), autografi, fotografie e inno cantato a squarciagola. A officiare il tutto, i padroni di casa John Elkann (con indosso la maglietta di Buffon, dopo che negli anni scorsi l’onore era toccato a Del Pie­ro e Pirlo) e Andrea Agnelli. «Sa­rebbe bello che lo spirito olimpico arrivasse anche nel nostro calcio­le parole di John Elkann, pronun­ciate nell’intervallo della sfida tra Juve A e Juve B- . Mi è spiaciuto che il Napoli non abbia partecipato al­la premiazione di Pechino: a Lon­dra tanti atleti, compreso il nostro Cammarelle nel pugilato, hanno rispettato verdetti avversi. Quello è l’atteggiamento giusto di chi fa sport e che ci deve far riflettere».

Gli argomenti caldi non manca­no, da Conte squalificato alle im­mancabili polemiche con Ze­man: «Il tecnico va difeso, ma de­ve essere chiaro che le vicende del calcio scommesse non riguarda­no direttamente la Juve. Il nostro punto di vista è chiaro e c’è assolu­ta condivisione tra società, squa­dra e allenatore in una vicenda dif­ficile, complicata e sgradevole che deve farci pensare su come agisce la giustizia sportiva. Siamo comunque fiduciosi e per adesso è andata bene, visto che abbiamo già portato a casa un trofeo. Ze­man? Ha vinto di più Carrera in una partita che lui in tutta la carrie­ra ».

Magari non è una frase da spiri­to olimpico, però così è e in qual­che modo richiama le celebri sti­lettate del nonno. È insomma una Juve che guarda avanti e che dal passato vuole trarre forze ulterio­ri: «C’è stata una prima volta an­che senza Gianni e Umberto Agnelli, senza Boniperti e tanti al­tri campioni- ha aggiunto Andrea Agnelli senza mai nominare Del Piero - . La squadra però ha sem­pre continuato a vincere e noi lavo­riamo per questo.
Anche la Cham­pions? È nel nostro Dna essere am­biziosi. Non credo nemmeno sia una gara impari con chi ha molti più soldi di noi: l’importante è spendere bene, più che spendere come capita». Il tutto, mentre Van Persie è andato al Manchester United (e i tifosi dei Gunners ne hanno bruciato la maglia, mentre l’ex compagno Eboué l’ha bollato su twitter: «asino olandese») e su Fernando Llorente potrebbe sca­tenarsi­un’asta che rischia di vani­ficare l’accordo che la Juve potreb­be avere già raggiunto con il gioca­tore.

Un film per certi versi già vi­sto l’anno scorso con Aguero, poi finito al Manchester City, e appun­to con l’esoso olandese. Anche se l’Arsenal si chiama fuori perché con gli acquisti di Giroud e Podol­ski e la presenza in rosa di Bendt­ner e Chamakh, si ritiene a posto. «Non abbiamo bisogno di trovare un’alternativa a Robin», ha detto Wenger. Nei prossimi giorni Ma­rotta cercherà di avvicinarsi alle ri­chieste dell’Athletic Bilbao, ma certo non si sogna nemmeno di av­vicinare la clausola di 36 milioni fissata dai baschi. Ma i bianconeri monitorano anche il versante Dzeko con il Manchester City che potrebbe decidere di sfoltire il par­co attaccanti. Il bosniaco sarebbe il prescelto da sacrificare.
«Spendere tanto per un solo gio­catore non equivale a vincere - si augura Elkann - e la Juve dell’an­no scorso ne è la conferma. Vince la cultura del gruppo e del colletti­vo. La Champions? L’obiettivo è giocarla bene, per noi è già un or­goglio esserci». «Se ci sono occa­sioni di qualità, le valuteremo, ma teniamo presente che siamo il mi­glior attacco, quello che ha vinto il campionato», chiosa Andrea Agnelli.

La pensa così anche Mas­simo Carrera che sceglie il profilo basso per commenta­re la frase di John Elkann sul paragone tra lui e Zeman in fatto di vitto­rie: «Non so co­sa dire, è stato tutto talmente così improvvi­so che ancora non ci sto cre­dendo ». «Sia­mo più forti del­l’anno scorso ­è la certezza di Buffon - perché, al di là dei giocatori, abbiamo riac­quistato quella consapevolezza che si era un po’ persa.

Io sono am­bizioso e non firmo mai per un se­condo posto o per una Cham­pions anonima. Rispetto ad alcu­ne Juve del passato, giochiamo un bel calcio e questo ci potrà aiutare anche in Europa. Questa è una squadra che mi ricorda davvero la Juve di Lippi». Con o senza Conte in panchina.

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