nostro inviato a Riccione
Mamma Cinzia se ne sta seduta sulle gradinate dello stadio di Riccione, angolo lontano, tanto in alto, quasi vicino alla balaustra. Vede male la vasca però bene la sua Fede uscire dagli spogliatoi e in fila con le rivali andare ai blocchi. La vedrà bene anche azzannare il bordo vasca alla fine dei 200 stile che valgono il titolo italiano agli Assoluti ma soprattutto rappresentano l'ultima vera prova prima di Rio. Papà Roberto se ne sta invece appoggiato alla ringhiera subito dietro lei, quasi a proteggere e vegliare entrambe le sue donne. Un tipo ritardatario arriva senza sapere chi sia e gli chiede di spostarsi un briciolo per vedere meglio Fede. La sua Fede. Lui si volta, fa spazio e ascolta il tipo raccontare all'amica vicino un sacco di cose su sua figlia. Per esempio che fra pochi giorni, il 27, la giunta del Coni ufficializzerà quel che tutti ormai sanno: che Federica Pellegrini è la portabandiera italiana ai Giochi di Rio. Mamma Cinzia è già commossa adesso. «Lo sono come madre e lo sono come donna», sorride con lo sguardo sottile ed elegante regalato a Fede. «Mi riempie di tanto, di tutto l'idea che mia figlia rappresenti il Paese e solo al pensiero mi emoziono sempre». La notizia non è ancora ufficiale ma è come se lo fosse. In mattinata, quando il Comitato paralimpico italiano ha reso nota la propria portabandiera ai Giochi, Martina Caironi (atletica, 100m), il sottosegretario con delega allo Sport Luca Lotti si è di fatto tradito, rispondendo a una domanda sulla Pellegrini: «Avremo due donne, un valore aggiunto per il nostro Paese...». Però mamma Cinzia aspetta il 27, «anche perché è il giorno del compleanno di mio marito... Non solo: il 5 agosto, a Rio, giorno della cerimonia di apertura dei Giochi, compirà gli anni Federica... saranno 28. È come se fosse scritto. Sono felice. Felice come tutte le volte quando lei torna a casa da noi».
Sì, ed è anche scritto che l'Italia deve avere fede in Fede per il modo in cui, ieri, ha vinto i 200 stile nuotando due centesimi sotto l'argento mondiale di Kazan (1'55''30), quarta prestazione mondiale dell'anno. Tanto più che a fare davvero effetto è come, alla vigilia degli ultimi cento giorni prima della sfida olimpica (a maggio, agli Europei di Londra, andrà solo per una toccata il giorno dei 200 e della staffetta ma senza alterare la preparazione per Rio) si sia messa alla prova per capire dove osare di più. Poco importa infatti che Ledecky, McKeon e Sjostrom abbiamo già nuotato sull'1'54, importa altro. «Al passaggio dei 100» dirà infatti Federica «mi sono un po' suicidata (55''73). Era dai tempi del record del mondo che non passavo così veloce. Però sono contenta, anzi, sono più soddisfatta così che se avessi fatto lo stesso tempo con i miei soliti parziali (ieri: 26''82, 28''91, 29''62 e il più lento 29''95). Perché sì, volevo scendere sotto l'1''55, però significa che posso limare ancora qualcosa e l'1''54 non è lontano...». Quanto al tormentone portabandiera «dite che sono io, che è scontato? Io non lo so, io aspetto, manca poco... Sarebbe un grandissimo onore, il coronamento e riconoscimento di quanto fatto in oltre dieci anni per il mio sport e, spero, anche per il mio Paese. Diciamo una ciliegina sulla torta...».
Si, di compleanno. Per papà Roberto il 27 aprile. E per Fede il 5 agosto. Tutto bene dunque in casa Pellegrini.
Semmai, a inquietare sono i distacchi rifilati in altre case che però tutte assieme fanno casa Italia: Alice Mizzau ha chiuso 2ª a oltre 3''; Martina De Memme a 4''. Ecco. È il dopo Fede che non aiuta ad avere Fede. Ma, suvvia, a questo penseremo poi.(Bene Luca Dotto nei 50 stile in 21''91 Detti negli 800 centra il 3° tempo mondiale dell'anno 7'48''19).
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