Marcell Jacobs torna in America. Ieri il bicampione olimpico ha annunciato il nome del nuovo allenatore: sarà Rana Reider, uno dei grandi guru dello sprint mondiale. L'azzurro nativo di El Paso, in Texas, si trasferirà negli Stati Uniti e farà base a Jacksonville, in Florida, nel campus dell'Università della North Florida. Dove si allenerà, rivela, insieme «ad atleti di livello mondiale come Andre De Grasse, Trayvon Bromell, Abdul Hakim Sani Brown e Marvin Bracy. Ho un grande obiettivo: ritrovare la piena forma fisica e tornare a far sventolare la bandiera italiana il più in alto possibile all'Olimpiade di Parigi». L'annuncio del trasferimento è arrivato a una settimana dal divorzio con Paolo Camossi. Una svolta tecnica che ha colto alla sprovvista molti addetti ai lavori, anche perché in pole sembrava esserci il 33enne Marco Airale, di base a Padova.
Il presidente FIDAL Stefano Mei ha dichiarato di «comprendere la decisione, anche se non posso dire di essere felice che abbia cambiato allenatore. Io ho corso per 20 anni con lo stesso coach, ma sono altri tempi e Marcell ha bisogno di nuovi stimoli. Fa questo perché vuole tornare a vincere le Olimpiadi». C'è chi come l'ex velocista azzurro Stefano Tilli storce il naso: «Scelta da rispettare ma che non condivido. Non c'era bisogno di andare ad allenarsi negli Stati Uniti. Le esperienze che hanno fatto all'estero altri atleti azzurri non hanno mai portato a risultati. Se Reider è un bravo allenatore? Bromell e Bracy sono un po' spariti dai radar e De Grasse ha fatto una stagione fallimentare». C'è poi una vicenda da chiarire sulle accuse che riguardano un episodio di un anno fa. Nello specifico, ai Mondiali di Eugene dello scorso anno Rana Reider era stato allontanato dalla polizia americana poco prima che si svolgesse la finale dei 100 metri. Per quale motivo? Il suo accredito era stato bloccato in quanto il 53enne coach statunitense, che ha ribadito la sua innocenza, risultava indagato in una vicenda di molestie sessuali per un rapporto inappropriato con un'atleta 18enne e per questo era stato sanzionato. Un caso che World Athletics deve ancora finire di esaminare.
Da un guru della velocità a un guru della pallavolo. Dopo la sconfitta nello spareggio del preolimpico di Lodz, ma la qualificazione per Parigi è ancora ampiamente alla portata grazie al ranking mondiale, è giunta al capolinea l'avventura di Davide Mazzanti alla guida della Nazionale femminile di volley. Il presidente federale Giuseppe Manfredi ha sottolineato «la grande amarezza per non aver sfruttato l'occasione di qualificarci direttamente ai Giochi. Il bilancio stagionale della nazionale femminile è senz'altro negativo e sono stati commessi degli errori. Ora servirà riprogrammare su nuove basi per far tornare la nazionale ai vertici del volley mondiale». Per farlo, si punterà su Julio Velasco, il 71enne totem della pallavolo italiana che potrebbe tornare davvero ad allenare le donne, come aveva già fatto peraltro nel 1997-98, gettando le basi per i futuri successi anche in campo femminile.
Velasco che potrebbe cogliere l'occasione e ritornare 27 anni dopo l'ultima Olimpiade con l'Italia dei Fenomeni. Ad Atlanta finì con un argento, ma con una rigenerata Paola Egonu si può sognare l'oro che è sempre mancato.
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