Gennaro Gattuso libero pensatore. Chi l'avrebbe mai detto? L'aria di Napoli ha trasformato quasi in un filosofo l'ex testa calda rossonera, il giocatore che faceva scintille con gli avversari, lo squalo che azzannava tutti, che arrivò persino a mettere le mani al collo di Joe Jordan in un memorabile Milan-Tottenham. Magari c'è di mezzo anche San Gennaro, ma sta di fatto che Gennarino da Corigliano è riuscito ad ammansire persino Aurelio De Laurentiis, grazie ai risultati di un Napoli che, fatta eccezione per l'incredibile scivolone con l'Az Alkmaar, ha vinto tutte le partite che ha giocato. Già, perché quella che non ha giocato con la Juve, e che ha perso a tavolino, è andata proprio di traverso al tecnico del Napoli che se l'è presa con chi gli ha impedito di partire per Torino «e a questo punto la classifica poteva essere ben diversa».
Rino dunque ha condotto a miti consigli persino AdL, il presidente che avrebbe voluto blindarlo come sua consuetudine. E invece Gattuso è riuscito a convincerlo a rinnovargli il contratto senza il capestro della clausola onerosa, quella che aveva costretto il Chelsea a pagare 8 milioni per poter liberare Sarri. «Io non credo ai contratti. A Napoli sto bene, con De Laurentiis mi trovo a perfezione, sposo in pieno il suo progetto, ma io voglio essere un uomo libero fino in fondo. Metti che un giorno mi si chiude la vena, che vedo 3-4 situazioni che non mi quadrano, prendo e me ne vado a casa. Io lavoro per rimanere, ma sono fatto all'antica: voglio lavorare con la massima tranquillità. E quelle clausole...».
Così pare che AdL, pur di tenersi stretto Ringhio, con cui sta vivendo il periodo della luna di miele, abbia rinunciato anche a uno dei suoi principi contrattuali fondamentali. Vedremo che cosa succederà quando tra i due arriveranno, inevitabilmente, i momenti di crisi, come è stato in genere dopo un paio d'anni con Benitez e Mazzarri, con Sarri ed Ancelotti.
Ma Gattuso filosofo si spinge anche oltre il campo di gioco. Domenica ha bacchettato chi ha inscenato quelle proteste folli a Napoli, ma poi ha tirato le orecchie anche al governo: «Parlo da imprenditore ha detto senza nascondersi -, perché ho anch'io dei ristoranti, una quarantina di dipendenti, e so cosa sta vivendo molta gente in questo momento.
A prescindere del Covid eravamo già in grossa difficoltà. Qui c'è gente che fa fatica a mettere un piatto di pasta in tavola ai propri figli. Bisogna aiutarli». Com'è lontano il Ringhio che scuoteva il testone di Carletto Ancelotti e tirava le pacche sul collo del ct Lippi.
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